L’amministrazione Obama riuscirà a dare una svolta?

L’amministrazione Obama riuscirà a dare una svolta?

La più grave crisi della storia moderna

Il crollo finanziario dell’ottobre 2008 non è il risultato di un fenomeno economico ciclico. E’ il risultato voluto di una politica del governo americano orchestrata attraverso il Tesoro e il Consiglio di Amministrazione della Federal Reserve.

Il “salvataggio” proposto dal Tesoro americano non costituisce una “soluzione” alla crisi, se mai il contrario: è la causa di un ulteriore crollo che scatena una concentrazione di ricchezza senza precedenti la quale, a sua volta, contribuisce all’allargamento delle disuguaglianze economiche e sociali all’interno e tra le nazioni.

I livelli di indebitamento sono schizzati alle stelle. Le grandi imprese industriali sono spinte al fallimento, rilevate dagli istituti finanziari globali. Il credito, vale a dire l’offerta di fondi che possono essere prestati, che costituisce la linfa vitale della produzione e degli investimenti, è controllato da una manciata di conglomerati finanziari.

Con il “salvataggio” il debito pubblico è aumentato vertiginosamente. L’America è il paese più indebitato del pianeta. Prima del “salvataggio” il debito pubblico americano era nell’ordine di 10.000 miliardi di dollari. Questo debito espresso in dollari americani è composto dai buoni ordinari del Tesoro in sospeso e dalle obbligazioni governative detenute dai singoli individui, dai governi stranieri, dalle società per azioni e dagli istituti finanziari.

“Il salvataggio”: l’Amministrazione americana sta finanziando il proprio indebitamento

Ironicamente, le banche di Wall Street – che sono le beneficiarie dei soldi del salvataggio – sono anche le intermediarie e le assicuratrici del debito pubblico americano. Anche se le banche detengono solamente una piccola parte del debito pubblico, trattano e negoziano in tutto il mondo strumenti del debito pubblico espressi in dollari americani.

Per un amaro scherzo del destino, le banche sono le beneficiarie di un’elemosina da oltre 700 miliardi dollari e, allo stesso tempo, agiscono da creditori del governo americano.

Siamo alle prese con un’assurda relazione circolare: per finanziare il salvataggio Washington deve prendere a prestito dalle banche, che sono le beneficiarie del salvataggio.

L’amministrazione americana sta finanziando il proprio indebitamento.

Il governo federale, gli Stati e le amministrazioni comunali si trovano sempre più stretti in una morsa, sotto il rigido controllo dei conglomerati finanziari globali. I creditori dicono quello che deve fare il governo sulle riforme.

Il salvataggio contribuisce al consolidamento e alla centralizzazione del potere bancario che, a sua volta, reagisce violentemente sulle attività dell’economia reale, portando ad una catena di fallimenti e ad una disoccupazione di massa.

L’amministrazione Obama riuscirà a dare una svolta?

La crisi finanziaria è il risultato di un’architettura finanziaria deregolamentata.

Obama ha dichiarato esplicitamente la sua risolutezza nell’affrontare i fallimenti politici dell’amministrazione Bush e di “democratizzare” il sistema finanziario americano. Il presidente eletto Barack Obama sostiene di essersi impegnato nel dare una svolta:
“Ricordiamo che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa è che non possiamo avere una Wall Street che prospera mentre Main Street[1] soffre. In questo paese cresciamo o cadiamo come un’unica nazione, come un unico popolo.” (Presidente eletto Barack Obama, 4 novembre 2008, grassetto aggiunto).

Con nonchalance i Democratici danno la colpa all’amministrazione Bush per il crollo finanziario di ottobre.

Obama dice che presenterà un programma di governo completamente diverso che risponderà agli interessi di Main Street:
“Domani si potrà voltare la pagina delle politiche che hanno anteposto l’avidità e l’irresponsabilità di Wall Street al duro lavoro e ai sacrifici degli uomini e delle donne di tutta Main Street. Domani si potranno scegliere delle politiche che investono nella nostra classe media e creano nuovi posti di lavoro e fanno crescere quest’economia in modo che chiunque possa avere una possibilità di successo, dall’amministratore delegato alla segretaria al custode, dal fabbricante agli uomini e alle donne che lavorano nelle officine (Barack Obama, campagna elettorale, 3 novembre 2008, grassetto aggiunto)

La cosa ironica è che queste politiche di “avidità e irresponsabilità” furono adottate sotto l’amministrazione Clinton.

La legge del 1999 sulla Modernizzazione dei Servizi Finanziari ha contribuito all’abrogazione della legge Glass-Steagall del 1933. Un pilastro del “New Deal” del Presidente Roosevelt, la legge Glass-Steagall era stata approvata in risposta al clima di corruzione, manipolazione finanziaria e “insider trading” che aveva provocato più di 5.000 fallimenti bancari negli anni successivi al crollo di Wall Street del 1929.

Bill Clinton approva la legge Gramm-Leach-Bliley di Modernizzazione dei Servizi Finanziari il 12 novembre 1999.

Sotto questa legge, il controllo effettivo dell’intero settore dei servizi finanziari americani (comprese le compagnie di assicurazione, i fondi pensione, le società di securities e così via) è stato trasferito ad una manciata di conglomerati finanziari e ai loro hedge fund collegati.

I responsabili del disastro finanziario

Chi sono gli artefici di questa débâcle?

Per un amaro scherzo del destino, gli artefici del disastro finanziario sono ora tenuti in considerazione dalla squadra di transizione del Presidente eletto Barack Obama per l’incarico di Segretario al Tesoro:
Lawrence Summers ha avuto un ruolo cruciale nel fare pressioni sul Congresso per l’abrogazione della legge Glass-Steagall. La sua provvidenziale nomina a Segretario al Tesoro nel 1999 da parte del Presidente Clinton ha portato all’adozione della legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari nel novembre 1999. Dopo aver terminato il proprio mandato alla guida del Tesoro americano, è diventato rettore della Harvard University (dal 2001 al 2006).

Paul Volker è stato presidente del Consiglio di Amministrazione della Federal Reserve negli anni ’80 durante l’epoca reaganiana. Ha avuto un ruolo centrale nell’implementazione della prima fase della deregolamentazione finanziaria, che ha portato a fallimenti di massa, fusioni e acquisizioni, fino alla crisi finanziaria del 1987.

Timothy Geithner è l’amministratore delegato della Federal Reserve Bank di New York, che è l’istituto finanziario privato più potente d’America. E’ stato inoltre un ex funzionario al Tesoro sotto l’amministrazione Clinton, ha lavorato per Kissinger Associates e ha avuto una posizione di rilievo presso il Fondo Monetario Internazionale. La Federal Reserve Bank di New York rimane dietro le quinte nel modellare la politica finanziaria. Geithner agisce per conto di potenti finanzieri, che si celano dietro la Federal Reserve Bank di New York. E’ anche membro del Council on Foreign Relations.

John Corzine è attualmente governatore del New Jersey ed è stato amministratore delegato di Goldman Sachs.

Nel momento in cui scriviamo, il preferito di Obama è Larry Summers, in testa per la posizione di Segretario al Tesoro.

Docente di economia alla Harvard University, Lawrence Summers è stato responsabile economico della Banca Mondiale dal 1991 al 1993, contribuendo al modellamento di riforme macroeconomiche imposte a numerosi stati indebitati in via di sviluppo. L’impatto sociale ed economico di queste riforme sotto il programma di adattamento strutturale (PAS) sponsorizzato da FMI e Banca Mondiale è stato devastante, avendo come risultato una povertà di massa.

Il periodo di lavoro di Larry Summers alla Banca Mondiale ha coinciso con il crollo dell’Unione Sovietica e l’imposizione della “medicina economica” mortale del FMI e della Banca Mondiale sull’Europa dell’Est, sulle ex Repubbliche sovietiche e sui Balcani.

Nel 1993 Summers si è spostato al Tesoro dove all’inizio ha avuto l’incarico di Sottosegretario per gli affari internazionali e, in seguito, di vice Segretario. In collegamento con i suoi ex colleghi al FMI e alla Banca Mondiale, ha avuto un ruolo cruciale nel creare il pacchetto di riforme economiche “shock” imposte a Corea del Sud, Thailandia e Indonesia al culmine della crisi asiatica del 1997.

Gli accordi sul salvataggio negoziati con questi tre paesi furono coordinati attraverso l’ufficio di Summers al Tesoro in collegamento con la Federal Reserve Bank di New York e le istituzioni di Bretton Woods[2] con sede a Washington. Summers ha lavorato a fianco del vicedirettore generale del FMI Stanley Fischer, che in seguito è stato nominato governatore della banca centrale di Israele.

Larry Summers è diventato Segretario al Tesoro nel luglio 1999 ed è un protetto di David Rockefeller. E’ stato uno dei principali artefici della famigerata legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari, che dava piena legittimazione all’inside trading e alla completa manipolazione finanziaria.

“Come mettere la volpe alla guardia del pollaio”

Al momento Summers è consulente per Goldman Sachs e amministratore delegato di un hedge fund, il D.E. Shaw Group. Come amministratore di hedge fund, i suoi contatti al Tesoro e a Wall Street gli forniscono delle preziose informazioni riservate sul movimento dei mercati finanziari.

Mettere un amministratore di hedge fund (con legami con l’establishment finanziario di Wall Street) alla guida del Tesoro equivale a mettere la volpe alla guardia del pollaio.

Il Consenso di Washington

Summers, Geithner, Corzine, Volker, Fischer, Phil Gramm, Bernanke, Hank Paulson, Rubin, per non parlare di Alan Greenspan, sono tutti amiconi. Giocano a golf insieme, hanno legami con il Council on Foreign Relations e i Bilderberg, agiscono simultaneamente secondo gli interessi di Wall Street, si incontrano a porte chiuse, si trovano sulla stessa lunghezza d’onda, sono Democratici e Repubblicani.

Anche se possono essere in disaccordo su alcune questioni, sono fermamente dediti al Consenso di Washington e a Wall Street. Sono letteralmente spietati nella loro gestione dei processi economici e finanziari. Le loro azioni mirano al profitto. Al di fuori dei loro interessi ristretti nella “efficienza” dei “mercati”, si preoccupano ben poco della “vita degli esseri umani”. Di come le vite delle persone siano toccate dalla serie mortale di riforme macroeconomiche e finanziarie che stanno contribuendo al fallimento di interi settori dell’attività economica.

Il ragionamento economico alla base del discorso economico neoliberale è spesso cinico e sprezzante. A questo proposito, spicca la dissertazione economica di Lawrence Summers. E’ noto tra gli ambientalisti per aver proposto lo scarico dei rifiuti tossici nei paesi del Terzo Mondo perché le persone nei paesi poveri hanno vite più brevi e il costo della manodopera è incredibilmente basso, il che significa fondamentalmente che il valore di mercato delle persone del Terzo Mondo è di molto inferiore. Secondo Summers questo rende di gran lunga più “redditizia” l’esportazione di materiali tossici nei paesi poveri. In una discutibile comunicazione di servizio della Banca Mondiale del 1991 firmata dal responsabile economico Larry Summers si legge (alcuni estratti, grassetto aggiunto):
DATA: 12 dicembre 1991 A: Distribuzione DA: Lawrence H. Summers Oggetto: GEP

“Le industrie dei rifiuti: detto tra noi, perché la Banca Mondiale non dovrebbe favorire una maggiore migrazione delle industrie dei rifiuti nei Paesi Meno Sviluppati? Mi vengono in mente tre motivi:

I calcoli dei costi di un inquinamento che danneggi la salute dipendono dagli inevitabili guadagni derivanti dall’aumento della morbosità e della mortalità.. Da questo punto di vista una determinata quantitàdi inquinamento che danneggi la salute dovrebbe essere realizzata nel paese con il costo minore, che sarà il paese con i salari più bassi. Penso che la logica economica dietro lo scarico di una quantità di rifiuti tossici nel paese con i salari più bassi sia impeccabile e dovremmo prenderla in esame.

I costi dell’inquinamento verosimilmente non saranno lineari mentre è probabile che gli aumenti iniziali dell’inquinamento avranno un costo molto basso. Ho sempre pensato che i paesi sottopopolati dell’Africa siano ampiamente SOTTOINQUINATI, la loro qualità dell’aria è probabilmente di gran lunga inefficacemente bassa in confronto a Los Angeles o Città del Messico. Solo il fatto spiacevole che un simile alto livello di inquinamento sia generato da settori industriali non negoziabili (trasporti, generatori di energia elettrica) e che i costi del trasporto di rifiuti solidi siano così elevati impediscono al benessere mondiale di accrescere il commercio dell’inquinamento dell’aria e dei rifiuti.

La domanda di un ambiente pulito per motivi estetici e sanitari probabilmente avrà un’altissima elasticità di entrate [la domanda aumenta quando aumenta il livello del reddito]. La preoccupazione che un agente patogeno abbia una probabilità su un milione di causare un cancro alla prostata è ovviamente molto maggiore in un paese in cui la gente sopravvive dal cancro alla prostata rispetto ad un paese in cui la mortalità dei bambini sotto i 5 anni è del 200 per mille…

http://www.globalpolicy.org/socecon/envronmt/summers.htm

La posizione di Summers sull’esportazione dell’inquinamento nei paesi in via di sviluppo ha avuto un forte impatto sulla politica ambientale americana:
Nel 1994, praticamente ogni paese del mondo si è dissociato dalle riflessioni di “logica economica” di Summers sullo scarico dei veleni dei paesi ricchi sui loro vicini più poveri, e hanno convenuto nel proibire l’esportazione dei rifiuti pericolosi dai paesi OCSE verso quelli non OCSE [in via di sviluppo] secondo la Convenzione di Basilea. Cinque anni dopo, gli Stati Uniti erano uno dei pochi paesi che dovevano ancora ratificare sia la Convenzione di Basilea che l’emendamento della Convenzione stessa sul divieto di esportazione dei rifiuti pericolosi dai paesi OCSE verso i paesi non OCSE. (Jim Valette, Larry Summers’ War Against the Earth, Counterpunch, non datato).


La crisi asiatica del 1997: le prove generali per quello che sarebbe avvenuto

Nel corso del 1997 la speculazione monetaria orchestrata dai più importanti istituti finanziari e diretta contro Thailandia, Indonesia e Corea del Sud ha contribuito al crollo delle valute nazionali e al trasferimento di miliardi di dollari dalle riserve delle banche centrali nelle mani di privati. Diversi osservatori hanno evidenziato la manipolazione deliberata dei mercati equity e valutari da parte della banche di investimento e delle società di intermediazione.

Mentre gli accordi sul salvataggio asiatico furono formalmente negoziati con il FMI, le principali banche commerciali di Wall Street (tra cui Chase, Bank of America, Citigroup e J. P. Morgan) e anche le cinque più importanti banche d’affari (Goldman Sachs, Lehman Brothers, Morgan Stanley e Salomon Smith Barney) furono “consultate” sulle clausole da inserire negli accordi asiatici.

Il Tesoro americano, in collegamento con Wall Street e le istituzioni di Bretton Woods, ha avuto un ruolo centrale nei negoziati sugli accordi sul salvataggio. Nel 1997 sia Larry Summers che Timothy Geithner furono attivamente coinvolti per conto del Tesoro americano nel salvataggio della Corea del Sud:
[Nel 1997] “Summers e Geithner hanno lavorato per convincere Rubin ad appoggiare un aiuto finanziario alla Corea del Sud. Rubin era molto cauto, preoccupato del fatto che fornire del denaro ad un paese in serie difficoltà poteva essere un’impresa infruttuosa…” (Wall Street Journal, 8 novembre 2008)

Quello che è avvenuto in Corea sotto i consigli del vice Segretario al Tesoro Summers e degli altri non aveva nulla a che vedere con un ”aiuto finanziario”.

Il paese è stato letteralmente saccheggiato. Il sottosegretario al Tesoro David Lipton fu inviato a Seul all’inizio di dicembre del 1997. Iniziarono dei negoziati segreti. Washington aveva chiesto l’allontanamento del Ministro delle Finanze coreano e l’accettazione incondizionata del “salvataggio” del FMI.

Fu nominato un nuovo Ministro delle Finanze, che si dà il caso fosse un ex funzionario del FMI e della Banca Mondiale, che fu inviato immediatamente a Washington per delle “consultazioni” con il suo ex collega al FMI, il vicedirettore generale Stanley Fischer.
“Il Parlamento coreano si è riunito in una seduta di emergenza il 23 dicembre. La decisione finale in merito all’accordo da 57 miliardi di dollari è stata presa il giorno seguente, la vigilia di Natale, dopo l’orario d’ufficio a New York. I grandi finanzieri di Wall Street (Chase Manhattan, Bank America, Citicorp e J. P. Morgan) sono stati chiamati per una riunione presso la Federal Reserve Bank di New York. Inoltre, in quest’incontro della vigilia di Natale, vi erano i rappresentati delle cinque più importanti banche d’affari di New York tra cui Goldman Sachs, Lehman Brothers, Morgan Stanley e Salomon Smith Barney. A mezzanotte, dopo aver ottenuto il via libera dalle banche, il FMI ha acconsentito “ad inviare urgentemente 10 miliardi di dollari a Seul per far fronte alla valanga di debiti a breve termine in scadenza”.

“I forzieri della banca centrale coreana sono stati saccheggiati. I creditori e gli speculatori stavano aspettando con ansia di riscuotere il bottino. Gli stessi istituti che in precedenza avevano speculato contro il won coreano stavano incassando i soldi del salvataggio del FMI. E’ stata una truffa (vedi l’articolo di Michel Chossudovsky, The Recolonization of Korea, in seguito pubblicato come capitolo in The Globalization of Poverty and the New World Order, Global Research, Montreal, 2003.)

Una “forte medicina economica” è la prescrizione del Consenso di Washington. “Sofferenze a breve termine per un guadagno a lungo termine” è stato il motto alla Banca Mondiale durante il periodo di Lawrence Summers come responsabile economico (vedi IMF, World Bank Reforms Leave Poor Behind, Bank Economist Finds, Bloomberg, 7 novembre 2000.)

Abbiamo a che fare con un “sistema da vecchi compagni di scuola” di funzionari e consiglieri al Tesoro, alla Federal Reserve, al FMI, alla Banca Mondiale, gruppi di esperti di Washington, che sono in relazione permanente con i più importanti finanzieri di Wall Street.

Chiunque verrà scelto dalla squadra di transizione di Obama apparterrà al Consenso di Washington.

La legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari del 1999

Quello che è accaduto nell’ottobre del 1999 è fondamentale.

Sulla scia delle lunghe trattative avvenute a porte chiuse nelle sale di rappresentanza di Wall Street in cui Larry Summers ha avuto un ruolo centrale, le restrizioni normative sui potenti conglomerati bancari di Wall Street sono state revocate “con un tratto di penna”.

Larry Summers ha lavorato a fianco del Senatore Phil Gramm (dal 1985 al 2002), presidente della Commissione Bancaria al Senato, che è stato l’artefice legislativo della legge Gramm-Leach-Bliley di Modernizzazione dei Servizi Finanziari, approvata il 12 novembre 1999. Come Senatore del Texas, Phil Gramm era molto legato alla Enron.

Nel dicembre 2000, alla fine del mandato Clinton, Gramm presentò una seconda legge, la cosiddetta legge Gramm-Lugar di Modernizzazione dei Futures sulle Commodity che spianava la strada all’attacco speculativo sulle commodities principali, tra cui petrolio e alimenti base.
“La legge, aveva dichiarato, avrebbe garantito che né la SEC né la Commissione sulle Trattative dei Futures sulle Commodity (CFTC) si sarebbero immischiati nella regolamentazione degli innovativi prodotti finanziari chiamati swap – e avrebbe perciò “protetto gli istituti finanziari da una sovraregolamentazione” e “consentito ai nostri servizi finanziari di essere leader mondiali nel nuovo secolo » (vedi David Corn, Foreclosure Phil, Mother Jones, luglio-agosto 2008).

Phil Gramm era la prima scelta di McCain come Segretario al Tesoro.

Sotto le nuove norme della legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari – ratificata dal Senato americano nell’ottobre 1999 e approvata dal Presidente Clinton – le banche commerciali, le società di intermediazione, gli hedge fund, gli investitori istituzionali, i fondi pensione e le compagnie di assicurazione potevano investire liberamente nei settori altrui e unificare completamente le loro operazioni finanziarie.

Era stato creato un “supermercato finanziario globale”, preparando la strada ad un’enorme concentrazione di potere finanziario. Una delle figure chiave dietro questo progetto è stato il Segretario al Tesoro Larry Summers, in collegamento con David Rockefeller. Summers ha definito la legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari come la “base legislativa del sistema finanziario del ventunesimo secolo”. Quella base legislativa è una delle cause principali del crollo finanziario del 2008.

Disarmo finanziario

Non ci può essere una soluzione significativa alla crisi a meno di un’importante riforma nell’architettura finanziaria che implica, tra le altre cose, il congelamento del commercio speculativo e il “disarmo dei mercato finanziari”. Il progetto di disarmo fu proposto per primo da John Maynard Keynes negli anni ’40 come mezzo per l’istituzione di un sistema monetario internazionale multipolare (vedi J.M. Keynes, « Activities 1940-1944, Shaping the Post-War World: The Clearing Union », The Collected Writings of John Maynard Keynes, Royal Economic Society, Macmillan and Cambridge University Press, Vol. XXV, London 1980, p. 57).

Main Street vs Wall Street

Dove sono le persone designate da Obama provenienti da Main Street, cioè coloro che rispondono agli interessi della gente in tutto il paese? Non c’è nessun leader sindacale, nessun esponente di punta di una comunità nella lista di Obama per le posizioni chiave.

Il Presidente eletto sta nominando gli artefici della deregolamentazione finanziaria.

Una riforma finanziaria significativa non può essere adottata da funzionari nominati da Wall Street e che agiscono per conto di Wall Street.

Coloro che nel 1999 hanno dato alle fiamme il sistema finanziario sono stati richiamati per spegnere l’incendio.

Il “salvataggio” come soluzione proposta per la crisi è la causa di un ulteriore crollo economico.

Non ci sono soluzioni politiche all’orizzonte.

Comandano i conglomerati bancari e questi decidono sulla composizione del governo Obama. Decidono anche l’ordine del giorno del Washington Financial Summit che si terrà il prossimo 15 novembre, che ha in programma di porre le basi per l’istituzione di una nuova “architettura finanziaria globale”.

Il progetto di Wall Street è già stato discusso a porte chiuse: il programma nascosto istituirà un sistema monetario internazionale unipolare, dominato dal potere finanziario americano che, a sua volta, sarà protetto e messo al riparo dalla superiorità militare degli Stati Uniti.

Neoliberalismo dal “volto umano”

Non c’è alcuna indicazione sul fatto che Obama possa rompere i suoi legami con i suoi sponsor di Wall Street, che hanno così generosamente finanziato la sua campagna elettorale.

Goldman Sachs, J. P. Morgan Chase, Citigroup e la Microsoft di Bill Gates sono tra i suoi contributori principali.

Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, non solo ha appoggiato la campagna elettorale di Barack Obama ma fa anche parte della sua squadra di transizione, ricoprendo un ruolo chiave nel decidere la composizione del governo.

A meno di un enorme sconvolgimento nel sistema delle nomine alle posizioni chiave, un programma economico alternativo mirato alla riduzione della povertà e alla creazione di occupazione è altamente improbabile.

Quello a cui stiamo assistendo è una continuità.

Obama offre un “volto umano” allo status quo. Questo volto umano serve ad ingannare gli americani sulla natura del processo economico e politico.

Le riforme economiche neoliberali rimangono intatte.

La sostanza di queste riforme, tra cui il “salvataggio” dei più importanti istituti finanziari d’America, alla fine distrugge l’economia reale contribuendo al fallimento di intere aree manifatturiere e dell’economia dei servizi.

[1] Con il termine “Main Street” si intende la moltitudine degli investitori privati, non professionisti [NdT]

[2] In questo caso ci si riferisce al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale (entrambi con sede a Washington) che furono istituiti nel 1944 durante i lavori della Conferenza di Bretton Woods, nel New Hampshire.

Titolo originale: « Who are the Architects of Economic Collapse? »

Fonte: http://globalresearch.ca
Link
09.11.2008

Scelto e tradotto da JJULES per www.comedonchisciotte.org



Articles Par : Prof Michel Chossudovsky

A propos :

Michel Chossudovsky is an award-winning author, Professor of Economics (emeritus) at the University of Ottawa, Founder and Director of the Centre for Research on Globalization (CRG), Montreal, Editor of Global Research.  He has taught as visiting professor in Western Europe, Southeast Asia, the Pacific and Latin America. He has served as economic adviser to governments of developing countries and has acted as a consultant for several international organizations. He is the author of eleven books including The Globalization of Poverty and The New World Order (2003), America’s “War on Terrorism” (2005), The Global Economic Crisis, The Great Depression of the Twenty-first Century (2009) (Editor), Towards a World War III Scenario: The Dangers of Nuclear War (2011), The Globalization of War, America's Long War against Humanity (2015). He is a contributor to the Encyclopaedia Britannica.  His writings have been published in more than twenty languages. In 2014, he was awarded the Gold Medal for Merit of the Republic of Serbia for his writings on NATO's war of aggression against Yugoslavia. He can be reached at [email protected] Michel Chossudovsky est un auteur primé, professeur d’économie (émérite) à l’Université d’Ottawa, fondateur et directeur du Centre de recherche sur la mondialisation (CRM) de Montréal, rédacteur en chef de Global Research.

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