Print

Ratzinger, come « rottweiler » di Dio diede il colpo di grazia alla chiesa popolare in America Latina
Par Marc Vandepitte
Mondialisation.ca, 23 février 2013

Url de l'article:
https://www.mondialisation.ca/ratzinger-come-rottweiler-di-dio-diede-il-colpo-di-grazia-alla-chiesa-popolare-in-america-latina/5324092

Ratzinger è conosciuto specialmente come papa, ma le sue più importanti imprese bisogna cercarle durante il periodo nel quale egli era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, perché in quella funzione era l’architetto di una delle campagne ideologiche e politiche più grandi della storia del dopoguerra, la così detta Restaurazione: Il neoconservatorismo

Nel 1978 Karol Wojtyla è nominato come il leader della comunità religiosa più grande del mondo, egli trova una chiesa pos-conciliare in una forte crisi, un ribasso acuto della messa domenicale e delle vocazioni, una quantità alta di divorzi tra cattolici, rifiuto dell’autorità papale in quanto a regolazione di nascite, un mondo pieno di eresie…

Egli vuole un cambiamento radicale. Oramai non più rischi, non più esperienze, con fasi di comproprietà e di deliberazione. Del Concilio si mantengono i testi, ma si seppellisce lo spirito. Il papa si prepara per una politica ecclesiale centralista ed ortodossa, accompagnata da un riarmo spirituale e morale.

Con ciò risponde abilmente alle circostanze dell’epoca che per un certo verso assume delle somiglianze col tempo attuale. A metà degli anni settanta comincia una crisi economica forte . Il clima spirituale ottimista degli anni sessanta cambia, caratterizzandosi per tendenze verso la sicurezza e la protezione, l’anelito ad autorità di preferenza carismatiche, un risveglio etico rinnovato, il rifugio nella sfera privata o nella cosa irrazionale…

In questo ambito nasce il neoconservatorismo, Questa nuova fase non si mantiene oramai più nell’angolo difensivo, ma lancia in modo energico un’offensiva politica ed ideologica. Questa corrente è sostenuta da persone « forti » come Roland Reagan e Margaret Tacher. Rispondendo abilmente ai massicci mezzi di comunicazione interpretano un affanno di missione universale, presentano una visione del mondo semplicista, irradiano sicurezza ed ottimismo…

Il « rottweiler » di Dio

Una preoccupazione più grande del papa è l’origine di una chiesa popolare fiorente in America Latina. Wojtyla è un polacco ed anticomunista viscerale, il combattere del marxismo e comunismo nel mondo è uno dei suoi obiettivi di vita. Dato che l’influenza del marxismo nella chiesa di base e nella teologia della liberazione è innegabile, farà tutta la cosa possibile per mettere ordine nel continente.

Per ciò egli punta su Ratzinger che nel 1981 diviene Prefetto della Congregazione della Dottrina della fede, diciamo il ministero dell’ideologia e l’informazione del Vaticano. Questo mandato egli lo esercita per un quarto di secolo, facendo uso completo di tutto il potere per imprimere il suo francobollo sugli avvenimenti mondiali. Ratzinger si trasforma nell’architetto di una magna offensiva ecclesiale e pastorale, la quale lo stesso lo intitola come « Restauratore ». L’obiettivo è in ogni modo il rinvigorimento di un apparato direttivo centrale e l’eliminazione di dissidenza dentro la chiesa. Presto Ratzinger si manifesta come autentico inquisitore, quello che gli varrà il nome del « rottweiler » di Dio.

La chiesa cattolica dunque prende di mira questi obbiettivi, tuttavia le frecce più importanti si dirigono verso l’America Latina perché è lì dove l’impatto politico è più grande, Per questo che ci limitiamo a parlare di questo continente.

La distruzione della chiesa popolare e la teologia della liberazione

La prima cosa che avviene è la creazione di banche dati di conferenze episcopali latinoamericane, teologi della liberazione, religiosi progressisti, progetti pastorali sospetti, eccetera… In quasi tutte le province ecclesiali si nominano vescovi e cardinali ultraconservatori e marcatamente tradizionalisti, solo per prendere in esame, in Brasile si nominano circa cinquanta vescovi conservatori. Alla fine degli anni ottanta, 5 dei 51 vescovi del Perù sono membri di Opus Dei. In Cile ed in Colombia succede qualcosa di simile. Vescovi dissidenti si sentono pressati: alcuni di essi ricevono lettere di avvertimento, ad altri si proibisce di viaggiare o sono chiamati a rendere conto della loro azione pastorale.

Questa politica di nomine è anche più atroce poiché l’episcopato svolge un ruolo importante in questo continente. In molti casi è l’unica posizione possibile contro oppressione militare, contro la tortura, eccetera… Se i vescovi in Brasile ed in Cile avrebbero taciuto effettivamente come avvenne in Argentina, la quantità di vittime sarebbe stata molto maggiore.

Anche a livello minore si applicano depurazioni. La formazione dei sacerdoti è influenzata, pressando, riorientando o chiudendo seminari ed istituti teologici. Si cerca di mettere sotto controllo i religiosi che frequentemente sono protagonisti della chiesa popolare. Si segue con speciale attenzione i teologi, e da allora essi sono limitati nel fare teologia, perché sono stati posti sotto giuramento,con una nuova formula definita di lealtà verso la chiesa.

Nel 1984 Ratzinger scrive di suo pugno nuove istruzioni della Santa Congregazione per la Dottrina su alcuni aspetti della teologia della liberazione. È un attacco frontale contro teologi della liberazione, soprattutto dell’America Latina. Un anno più tardi Leonardo Boff, uno dei rappresentanti principali della TDL, riceve la proibizione di parlare in pubblico. Si intensifica il controllo sulle riviste cattoliche, lì dove si giudica necessario sono censurate, si cambia il consiglio di redazione o vengono loro ridotti i fondi finanziari per mantenersi in vita.

Vengono tagliate le ali ai progetti pastorali progressisti o questi sono chiusi del tutto. Nel 1989 il riconoscimento della JOC internazionale qualificata come troppo progressista è sospesa dal Vaticano. Ella deve cedere davanti all’anti-sinistra e confessionale CIJOC.

A fianco della distruzione di tutto quello che è progressivo, incominciano progetti giganteschi con l’obiettivo di mettere sulla rotta corretta i fedeli. Evangelizzazione 2000 e Lumen 2000 sono enormi progetti evangelizzatori mediatici diretti all’America Latina, mettendo a disposizione non meno di tre satelliti. I progetti sono organizzati da individui di destra ed ultraconservatori gestiti da raggruppamenti come Comunione e Liberazione, Azione Marial, Rinnovamento nello Spirito, ecc.. I collaboratori di questi giganti mediatici paragonano il loro lavoro con una specie di alcune « forze aeree » nuove.

A quelli che sanno leggere li si importuna con libri religiosi di impressione economica. Per sacerdoti e religiosi si finanziano ritiri a gran scala. Per questi progetti la cupola della chiesa cattolica può contare decisamente sull’appoggio finanziario del mondo imprenditoriale.

Crociata anticomunista

Niente si lascia a caso. Uno alla volta si minano i pilastri della chiesa popolare in America Latina. Osservatori parlano dello « smantellamento » di una chiesa. si tratta di una delle più grandi campagne ideologiche e politiche della storia del dopoguerra.

La campagna si inquadra nell’ambito della crociata anticomunista della Guerra Fredda. Ugualmente può considerarsi come la rivincita degli Stati Uniti per la perdita di potere durante il periodo anteriore.

Perché durante gli anni sessanta e settanta i paesi del Terzo Mondo fortificano la loro posizione nel mercato mondiale. Imposero prezzi più alti per le materie prime, elevando così il loro potere di acquisizione sul mercato mondiale. Questo raggiunge il suo punto culminante nella crisi dell’industria petrolifera del 1973. Nel 1975 Vietnam infligge una sconfitta umiliante agli Stati Uniti. Poco tempo dopo la Casa Bianca dovette subire un’umiliazione prima per la rivoluzione sandinista nel suo patio interno e dopo per il dramma in Iran (1980). Assumendo il suo mandato Reagan si sentiva inoltre minacciato per un posizionamento economico troppo indipendente dei paesi importanti come Messico e Brasile.

La Casa Bianca non lasciò le cose così come erano messe, ma lancia una controffensiva su diversi fronti. È lì dove si colpisce la teologia della liberazione che era ritenuta una dei principali obiettivi da annientare. In realtà Già alla fine degli anni sessanta la TDL, nonostante era nel suo momento embrionale, era qualificata come una minaccia davanti agli interessi geo-stratégici degli Stati Uniti, e di ciò ne è testimone la Relazione Rockefeller.

Negli anni sessanta si costituivano centri teologici che dovevano combattere ideologicamente la teologia della liberazione. Ma era soprattutto a partire dagli anni ottanta che questa controffensiva raggiunge la sua velocità di crociera massima. Gli Stati Uniti spesero migliaia di milioni di dollari in appoggio alla controrivoluzione in America Latina. In questa guerra sporca caddero decine di migliaia di persone. Squadroni della morte, gruppi paramilitari, ma anche l’esercito regolare si incaricava del lavoro sporco. Nei ranghi dei movimenti di liberazione cristiani sendos martiri caddero tantissime persone. I più famosi sono l’arcivescovo Romero e i sei gesuiti in El Salvador.

Per combattere la teologia della liberazione nel suo proprio terreno si avvalevano di sette protestanti. Queste ricevevano appoggio finanziario forte dagli Stati Uniti. Avvalendosi di slogans economici e messaggi sentimentali dovevano tentare di attrarre i credenti, distraendoli in quel modo dall’influenza « perniciosa » della teologia della liberazione. Per ciò si usavano costosissimi mezzi elettronici. Qui appare la religione come oppio per il popolo nella sua forma più pura. Anche l’esercito è mobilitato in questa « guerra religiosa ». Alti ufficiali degli eserciti latinoamericani elaborarono un documento per dare più rilievo al braccio teologico delle forze armate.

Missione compiuta

Gli sforzi uniti di Ratzinger e della Casa Bianca diedero i suoi frutti. Negli anni novanta si inflisse un colpo duro alla chiesa di base dell’America Latina. Multipli gruppi di base smettono di esistere o funzionano appena davanti all’assenza di sostegno pastorale, o per paura della repressione, o perché non si crede oramai nell’avanzamento atteso o semplicemente perché sono stati eliminati fisicamente. L’ottimismo ed attivismo degli anni sessanta e settanta hanno lasciato posto alla disperazione e riflessione. L’analisi della società perde in importanza a beneficio della cultura, l’etica e spiritualità, perfettamente alla misura di Ratzinger.

Riconsiderandolo globalmente l’accento si muove dalla liberazione alla denuncia, dalla resistenza alla consolazione, dall’analisi all’utopia, dalla sovversione alla sopravvivenza. Il racconto dell’Esodo si cambia sostituendolo con l’Apocalisse e l’Ecclesiastico.

Alla fine degli anni novanta la chiesa di base non è più oramai una minaccia per l' »establishment ». Tanto il Vaticano come il Pentagono e le elite locali dell’America Latina hanno in questo momento una minore preoccupazione. Questo sollievo tuttavia presto cambia con l’elezione di Hugo Chávez a presidente del Venezuela, ma questo è un’altra storia.

Nel 2005 Ratzinger viene fatto papa per le sue opere di restaurazione molto ben riuscite. Egli è famoso come apice della chiesa cattolica, ma come « manager » brilla molto meno che in qualità di inquisitore. In sintesi è un papa debole. Lascia dietro un istituto indebolito, tormentato da un deficit di sacerdoti ed un abbandono nell’ovest, e anche dai notevoli scandali sessuali continui. Egli non riesce a mettere ordine negli ambienti vaticani, ed è probabilmente questo uno dei motivi delle sue dimissioni in questi giorni.

Ratzinger passerà alla storia soprattutto come l’uomo che realizzò con successo la Restaurazione nella chiesa cattolica e neutralizzò la chiesa popolare in America Latina. Non sono questi « meriti » insignificanti.

Marc Vandepitte

http://archive.indymedia.be/uploads/de_crisis_.html

Comment Benoît XVI a anéanti l’église du peuple en Amérique latine

Traduzione dallo spagnolo a cura di Gianni Urso

http://www.risonanzemediatiche.it/index.php/sport/basket/item/1268-ratzinger-dette-il-colpo-di-grazia-alla-chiesa-popolare-in-america-latina

Avis de non-responsabilité: Les opinions exprimées dans cet article n'engagent que le ou les auteurs. Le Centre de recherche sur la mondialisation se dégage de toute responsabilité concernant le contenu de cet article et ne sera pas tenu responsable pour des erreurs ou informations incorrectes ou inexactes.