Rivoluzione e repressione negli Stati Uniti d’America

La Rivoluzione tecnologica e il futuro di libertà, Parte II

Introduzione

Come sottolineato nella Parte I di questa serie “The Technological Revolution and the Future of Freedom”, vi sono due rilevanti realtà geopolitiche nel mondo d’oggi, entrambe in larga misura determinate come risultato della “Rivoluzione Tecnologica”, nel cui ambito la tecnologia e l’elettronica sono arrivate a definire e a conformare la nostra società.
 
La Rivoluzione Tecnologica ha prodotto una realtà geopolitica diametralmente opposta, antagonista e conflittuale: mai prima l’umanità è stata tanto attenta alle questioni concernenti il potere, lo sfruttamento, l’imperialismo e il dominio; e nello stesso tempo, mai prima le élite sono state così transnazionali e globali negli orientamenti, e con la capacità di imporre un tale sistema veramente globale di dispotismo scientifico e di oppressione politica.
 
Queste sono le due realtà geopolitiche dirimenti del mondo d’oggi. Mai, in tutta la sua storia, l’umanità è stata in grado di raggiungere un così veramente globale risveglio politico psico-sociale; e però mai l’umanità si è trovata in così grande pericolo di venire soggetta ad un così veramente globale totalitarismo scientifico, potenzialmente più oppressivo di qualsiasi altro sistema noto finora, e senza dubbio più tecnologicamente capace di imporre un permanente dispotismo sull’umanità. Per tutto ciò, noi siamo pieni di speranza, ma allo stesso tempo guidati dalla preoccupazione.
 
In tutta la storia umana, mai il potenziale e le ripercussioni delle azioni e delle idee dell’uomo sono stati così grandiosi. Non solo il risveglio globale rientra nelle potenzialità dell’uomo, ma è insito nella natura delle cose; all’interno dell’individuo si crea una condizione di consapevolezza globale. Si tratta di un “risveglio globale”, perché concerne sia l’ambiente esterno che la psicologia interna. Questa nuova realtà mondiale, associata al fatto che la popolazione mondiale mai ha avuto così vaste dimensioni, presenta una sfida alle élite che tentano di dominare i popoli di tutto il pianeta, popoli che hanno assunto piena consapevolezza delle effettive situazioni di ineguaglianza sociale, della guerra, della miseria, dello sfruttamento, della perdita di dignità, dell’imperialismo e del dominio.
 
Da ciò ne deriva direttamente che questi popoli richiederanno in modo significativo maggior impegno per il loro controllo: economico, politico, sociale, psicologico e spirituale. Dal punto di vista dell’oligarchia globale, il solo modo per imporre l’ordine e il controllo – su questa eccezionale condizione nella storia umana – è di organizzare il caos delle crisi economiche, della guerra e della rapida espansione ed istituzionalizzazione di una forma di dittatura scientifica globale.
La nostra speranza viene riposta sulla paura degli oligarchi; e la loro unica speranza risiede in una nostra più grande paura. 
 
(Vedi: The Global Political Awakening and the New World Order)
 
Questo saggio (Parte II) prenderà in considerazione un’analisi di queste due realtà geopolitiche su scala nazionale, focalizzandosi soprattutto su il “Risveglio Usamericano”.

Il Risveglio Usamericano

Nel secolo scorso, abbiamo potuto riscontrare un’enorme ondata di attivismo politico popolare, in corrispondenza ad un’espansione mondiale dell’imperialismo, dello sfruttamento e del dispotismo.    
Gli accadimenti dell’11 settembre 2001 hanno costituito la causa scatenante di due fondamentali eventi geopolitici. Il primo è stata la messa in applicazione della Dottrina Bush – la “Guerra al Terrorismo” – che è stata organizzata in risposta agli attacchi terroristici. Questa espansione imperialista ha condotto alla guerra e all’occupazione dell’Afghanistan, ha causato la guerra contro l’Iraq e la conseguente sua occupazione, la guerra in Libano del 2006, la guerra in Somalia, ha permesso il perpetuarsi dell’espansionismo e dell’imposizione militare nei territori della Palestina, così come l’incremento di operazioni segrete nel Medio Oriente, nell’Asia Centrale, in Africa e nel resto del mondo.
 
Il secondo importante orientamento geopolitico istigato dalle aggressioni dell’11 settembre è stata la formazione di ciò che è ora conosciuto come il “Movimento per la Verità sull’11 settembre”, attraverso cui  milioni di persone di tutto il mondo in numero esponenzialmente crescente, comprese migliaia di accademici, architetti, ingegneri, funzionari governativi, ufficiali dell’esercito e di intelligence e altre figure professionali, hanno cercato di porre domande e sfidare i resoconti ufficiali degli eventi dell’11 settembre.
 
Come per tutti i gruppi di attivisti, all’interno del movimento vi sono elementi estremisti e radicali, che affermano che “non sono stati usati aerei” durante gli attentati, o che gli attentati sono stati messi in atto da Israele – con un sottofondo di antisemitismo – o che hanno espresso altre consimili teorie estremiste. Senza tener conto degli elementi estremisti, il principale centro di attenzione del movimento si focalizza sul fatto che la storia ufficiale degli avvenimenti non è sostenuta da una qualche forma di analisi indipendente, imparziale, razionale.  
 
I media, per anni, hanno ignorato questo crescente movimento internazionale, che solo in anni recenti ha ricevuto la loro considerazione; comunque, i mezzi di informazione non hanno indirizzato questo movimento politico ad analizzare le informazioni e le problematiche, ma piuttosto hanno cercato di discreditarlo e di demonizzarlo, concentrando la loro attenzione sugli elementi e sulle credenze estremistiche, e hanno applicato l’etichetta di “teorico della cospirazione” a tutti coloro che porgevano domande sulla storia ufficiale, tentando di irriderli.
 
Nel 2006, il Time Magazine sottolineava come il Movimento per la Verità sull’11 settembre non costituisse un “movimento estremista”, ma di fatto “una realtà politica, nell’ambito della consuetudine di un normale agire politico.”
 
Inoltre veniva citato un importante sondaggio politico condotto da Scripps-Howard nel 2006, che rivelava come il 36% degli Usamericani pensa come “veramente probabile” o “in qualche modo verosimile” che funzionari del governo abbiano permesso che gli attacchi potessero avvenire o che addirittura si trovassero alla conduzione stessa degli attentati. [1]
 
La crescita di questo movimento ha dato impulso a nuovi movimenti e ad un attivismo politico non marginali, guidati quasi esclusivamente da cittadini organizzati e “resi consapevoli politicamente”. Attraverso un largo uso di Internet, questo movimento ha aperto gli occhi globalmente ad una massa di persone su una realtà politica e strategica, su ciò che è conosciuto come – in gergo militare – una “operazione di falsa bandiera”, in cui, nel corso di un attacco scatenato contro un certo obiettivo, alcuni partecipanti all’attacco sventolano la bandiera di qualcun altro (falsa bandiera) in un tentativo di coinvolgere quest’ultimo nell’attacco; quindi nella speranza di ottenere che la risposta all’attacco avvenga contro gli aggressori percepiti.
 
Essenzialmente si tratta di uno stratagemma militare sotto copertura: un sotterfugio strategico. Il commediografo e tragedista greco Eschilo ha scritto che “in guerra, la prima vittima è la verità”. Un attacco a falsa bandiera è un’azione di guerra deliberatamente progettata per ingannare e colpire la verità. Si tratta di un attacco condotto al fine di addossarlo ad un proprio nemico, per giustificare e portare a realizzazione un’agenda politica. I governi hanno usato tali tattiche per secoli, e in particolar modo le nazioni occidentali nell’ultimo mezzo secolo. [2]
 
Questo movimento ha prodotto la ripresa di un attivismo rivolto ad altre questioni globali, come quella riferita al sistema economico mondiale, e più in particolare al sistema bancario centrale, soprattutto puntando l’attenzione sulla Federal Reserve.
 
Mentre molti Usamericani non sapevano pressoché nulla rispetto alla loro banca centrale, la Federal Reserve, un movimento in espansione di Usamericani e di altri in tutto il mondo si auto-istruiva sul Federal Reserve System e in generale sul sistema bancario globale.
 
Molte persone hanno trovato un leader nella persona di Ron Paul, rappresentante del Texas al Congresso, che aveva fatto campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2008 per il cartello elettorale dei Repubblicani, e che aveva ricevuto il consenso più ampio fra tutti i candidati repubblicani da larghi strati di ceti popolari rurali in tutta la nazione.  
 
Fra i Democratici, i “9/11 Truthers – Quelli che esigono verità sull’11 settembre” e altri critici della politica estera degli Stati Uniti hanno potuto trovare una leader appassionata in Cynthia McKinney, una delle poche voci solitarie nel Congresso a direttamente sfidare l’amministrazione Bush sulla versione ufficiale degli avvenimenti, che ha denunciato le elezioni del 2000 e del 2004 come fraudolente, che ha presieduto una commissione di audizioni del Congresso sulle attività segrete in Africa, portando alla luce la mano delle nazioni occidentali dietro il genocidio nel Rwanda e nella guerra civile in Congo.
 
Alla fine del 2008, quando il governo aveva dato il via al salvataggio finanziario delle banche, il movimento “End the Fed – Basta con la Fed” era apparso in sporadiche proteste davanti ai 12 istituti bancari della Federal Reserve dislocati in tutto il paese, e però nel giro di qualche mese venivano organizzate più di 40 manifestazioni di protesta. [3]

Lo “Stato di Sicurezza Nazionale” prende di mira i dissenzienti

Con la crescita della militarizzazione in politica estera, si ha un riscontro della lievitazione della militarizzazione in ambito interno, e in modo particolare dell’emergere di uno stato di polizia a sorveglianza high-tech: lo “Stato di Sicurezza Nazionale”.  Élite nazionali ed internazionali sono interessate in un processo di costruzione incrementale di un “nuovo totalitarismo” per rimpiazzare la democrazia. [4]
 
Diritti civili e libertà vengono smantellati mediante una legislazione anti-terrorismo, intercettazioni telefoniche e sorveglianza internet sono dilaganti ed espansive, vengono costruite “liste di controllo”, che spesso includono nomi di dissidenti, e l’esercito sempre più è pronto a prendere parte ad azioni di polizia.
 
Inoltre, negli ultimi dieci anni, abbiamo assistito alla rapida espansione di progetti di “Continuità di Governo” (COG), con la pianificazione della sospensione della Costituzione e con l’imposizione della legge marziale nell’eventualità di una situazione emergenziale. [5]
 
A questo punto, se avvenisse un rapido e generale collasso economico, o venisse condotto un altro terribile attacco terroristico sul territorio statunitense, gli Stati Uniti verrebbero trasformati in un regime militare di natura decisamente fascista, ma dotato di un arsenale e di un apparato di polizia “tecnetronico” mai avuto a disposizione nella storia da una qualsiasi dittatura.   
 
La libertà non è mai stata tanto minacciata; però, mai la gente si è tanto mobilitata nella storia moderna per sfidare le minacce alla libertà e alla democrazia in America, nell’Occidente e nel mondo.
 
(Vedi: The Transnational Homeland Security State and the Decline of Democracy )
 
Nel 2003, il generale Tommy Franks concedeva un’intervista alla rivista Cigar Aficionado, nella quale sviluppava questo concetto.  
 
Tommy Franks era stato l’ex comandante del Comando Centrale del Pentagono per il Medio Oriente, e in quel momento ricopriva il ruolo di generale in capo per la direzione delle operazioni militari in Afghanistan e in Iraq.
 
Nella sua intervista, Franks affermava che l’obiettivo del terrorismo è “di mutare le abitudini, il comportamento, la sociologia e in ultimo l’antropologia di una società,” e quindi, nell’eventualità di un’altra pesante aggressione terroristica contro l’America o l’Occidente:
 
il mondo occidentale, il mondo libero, perde ciò che più gli sta a cuore, vale a dire la libertà, di cui abbiamo goduto per duecento anni in questo grande esperimento che noi denominiamo democrazia. Ora, in buona sostanza, cosa significa tutto questo? Questo rappresenta il potenziale di un’arma di distruzione di massa ed un evento terroristico, con produzione massiccia di perdite in qualsiasi parte del mondo occidentale – forse anche negli Stati Uniti d’America – provocherebbe la nostra popolazione a mettere in questione la nostra Costituzione e ad esigere la militarizzazione del nostro paese, in modo da evitare il ripetersi di un altro evento che produca così tante perdite. Che, di fatto, darebbe inizio allo smantellamento della struttura della nostra Costituzione.” [6]
 
Un aspetto interessante, veramente poco noto, che riguarda la militarizzazione della società domestica e il totalitarismo in espansione, è il modo in cui l’apparato coercitivo statale, mentre viene giustificato sotto la fattispecie di lotta al terrorismo o di “protezione della Patria”, a tutti gli effetti è diretto contro i cittadini attivisti e contro i movimenti politici popolari.  
 
Per esempio, in seguito all’11 settembre, il Ministero per la Sicurezza Interna ha istituito quelli che sono conosciuti come “Fusion Centers – Centri di Fusione”, distribuiti su tutti gli Stati Uniti, designati come centri di “raccolta e di diffusione di informazioni”, nei quali agenzie come la CIA, l’FBI, il Ministero per la Giustizia, la Sicurezza Interna e l’Esercito degli Stati Uniti raccolgono insieme ed analizzano le informazioni.
 
Al luglio 2009, in tutti gli Stati Uniti si conosceva l’esistenza di 72 Fusion Centers. [7] Bisogna considerarli come centri di sorveglianza locale, perché in realtà di questo si tratta. Inoltre, questi Fusion Centers sono posizionati in modo da assumere il ruolo di centri di comando locale nel caso di emergenze nazionali o della messa in opera dei piani di “Continuità di Governo” per dichiarare la legge marziale. Le forze dell’ordine statali e locali forniscono la maggior parte delle informazioni al locale Fusion Center, che le analizza e le diffonde alle più importanti agenzie e dipartimenti di intelligence, militari o della Sicurezza Interna.  
 
Tuttavia, in anni recenti, i Fusion Centers sono stati sottoposti a critiche per la loro agenda, quando in precedenza venivano giustificati in base alla loro presunta azione di centri istituiti con finalità “antiterroristiche”, mentre in effetti erano diretti contro gruppi di cittadini.
 
Nella primavera del 2009, veniva rivelato che il Missouri Information Analysis Center (MIAC) – un Fusion Center – aveva prodotto un pamphlet informativo destinato ai tutori dell’ordine per aiutarli ad identificare “potenziali terroristi domestici”.
Secondo questo rapporto: “Se tu sei un attivista anti-abortista, o se metti in atto pratiche politiche in favore di un candidato di un partito ‘terzo polo’ o di certi membri del partito Repubblicano del Congresso, se sei in possesso di pubblicazioni sovversive, allora potresti essere benissimo un membro di un gruppo paramilitare domestico.” [8]
 
Quando la nostra società è diventata qualcosa di simile descritto da Orwell in “1984”? Quando i nostri governanti hanno designato le “pubblicazioni sovversive” come indice di terrorismo? Il documento ha classificato tali attività e comportamenti come segni inequivocabili di partecipazione al “Modern Militia Movement,” ed inoltre ha individuato le “potenziali minacce alla sicurezza americana”:
 
“Le persone che hanno appoggiato i candidati del partito ‘terzo polo’ alla presidenza, come il rappresentante per il Texas Ron Paul, Chuck Baldwin e l’ex rappresentante per la Georgia Bob Barr vengono citate nel rapporto, insieme agli attivisti anti-abortisti e ai teorici della cospirazione, che ritengono che gli Stati Uniti, il Messico e il Canada un giorno daranno forma all’Unione Nord-Americana.” [9]
 
In altri termini, coloro i quali si oppongono al processo politico ed economico di “integrazione nord-americana” [10] vengono individuati ed assimilati come “membri potenziali di milizie”. Inoltre, il documento identificava direttamente il possesso di film contro la Federal Reserve, come “America: Freedom to Fascism – America: dalla libertà al fascismo”, un “potenziale segnale di partecipazione a gruppi paramilitari”. [11]
 
Per di più, il documento pubblicato dal Fusion Center avvertiva i funzionari tutori della legge di “stare in guardia” rispetto ai possessori di auto con “adesivi pubblicitari in favore di candidati del partito terzo polo” o alle persone “con copie della Costituzione degli Stati Uniti.”
 
Il rapporto sottolineava come, data la crisi economica, “si era creato un ambiente di lusso per le attività di gruppi paramilitari,” e “si devono citare come membri potenziali di gruppi paramilitari le persone che parlano di cospirazione di un Nuovo Ordine mondiale, esprimono collera nei confronti del sistema bancario della Federal Reserve, fanno opposizione al pagamento delle tasse, mettono in allarme gli altri cittadini sui pericoli derivati dal rilevamento di radio frequenze (RFID) o fanno pressioni per un ritorno ad un rigido costituzionalismo; costoro costituiscono possibili minacce all’applicazione della legge.”  
 
Mentre la comunicazione del Center propone uno squilibrato elenco sommario di quei tanti gruppi che sono andati progressivamente crescendo in modo consistente in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001, d’altro canto collega anche singoli individui che si battono pacificamente nei confronti del Ku Klux Klan e di altre violente organizzazioni. [12]
 
Un altro Fusion Center in Virginia identificava molte università come “nodi di radicalizzazione” per terroristi, selezionando “college storicamente negri” come minacce potenziali, ed inoltre conteneva  “una lista allargata di gruppi di attivisti pacifisti americani ed internazionali, rappresentativi per il loro impegno politico, posti a fianco di gruppi che da tanto tempo sono conosciuti per fare ricorso alla violenza.” [13]
 
Nell’aprile del 2009, l’ACLU (American Civil Liberties Union) pubblicava un documento sulla minaccia alle libertà e ai diritti civili portata dai Fusion Centers, affermando: “Negli ultimi anni, i Fusion Centers hanno promosso la loro missione, rappresentando sempre più una minaccia piuttosto che un dispositivo di sicurezza. In assenza di disposizioni a tutto campo, che assicurino un loro preciso indirizzo o l’imposizione di controlli sul loro operato, questi centri costituiscono un rischio immenso per la privacy degli Usamericani.”
 
Il rapporto ACLU individuava diversi “preoccupanti episodi” di violazioni della privacy e dei diritti civili da parte dei Fusion Centers:
 
– Un documento del 7 maggio 2008, dal titolo “Universal Adversary Dynamic Threat Assessment – Valutazione generale della minaccia dinamica antagonista”, veniva redatto da un contractor  privato, che etichettava alcune organizzazioni ambientaliste, Sierra Club, Humane Society e Audubon Society, come “importanti organizzazioni conosciute per ben noti o possibili collegamenti con l’eco-terrorismo”;
 
– Un potenziale abuso di autorità da parte di funzionari del Ministero per la Sicurezza Interna, che illecitamente controllavano e divulgavano le comunicazioni di attivisti pacifisti affiliati alla DC Anti-War Network (DAWN) – Rete contro la guerra del Distretto federale della Columbia ;
 
– Un rapporto, prodotto il 19 febbraio 2009 dal North Central Texas Fusion System dal titolo “Prevention Awareness Bulletin – Bollettino di preparazione alla prevenzione”, descriveva un presunto complotto ordito da organizzazioni musulmane per i diritti civili, gruppi lobbistici, movimento contro la guerra, Ministero del Tesoro degli Stati Uniti, bande hip hop e l’ex candidata al Congresso e alla presidenza Cynthia McKinney, atto a “fornire l’ambiente opportuno al fiorire di organizzazioni terroristiche” ;  
 
– Un “Rapporto Strategico” redatto il 20 febbraio 2009 dal Missouri Information Analysis Center relazionava su una presunta minaccia alla sicurezza portata da un “movimento paramilitare di recente istituzione”, ma in modo inopportuno includeva riferimenti ad ideologie sociali, religiose e politiche, compreso l’appoggio fornito ai candidati alle elezioni presidenziali del partito terzo polo, come il deputato al Congresso Ron Paul e l’ex rappresentante al Congresso Bob Barr;
 
– Un “Bollettino di Intelligence di Protezione”, messo in circolazione dalla Sezione di Intelligence del Ministero per la Sicurezza Interna, Divisione della gestione minacce del Servizio Federale di Protezione, illecitamente raccoglieva e diffondeva informazioni riguardanti dimostrazioni politiche, e etichettava gruppi pacifisti di pubblica difesa e altri attivisti come “estremisti”. [14]
 
Per costoro che detengono il potere, la “pace” è un concetto “estremista”, in quanto i loro canoni di riferimento sono la “guerra” e la “violenza”.  Ora, siamo arrivati al punto in cui coloro che sfidano le strutture di potere sono individuati semplicemente come terroristi ed estremisti. Questo è un percorso incredibilmente pericoloso, al cui traguardo si trovano il dispotismo e la morte della democrazia.
 
La Rappresentante del Congresso Cynthia McKinney, fra coloro identificati dai Fusion Centerscome procuratori di “un ambiente opportuno al fiorire di organizzazioni terroristiche”, ha commentato così il rapporto del Fusion Center:  
 
“Come studiosa del COINTELPRO, il vergognoso Programma governativo di Contro-Spionaggio [diretto contro il Movimento dei Diritti Civili degli anni ’60], io sono al corrente di ciò che il mio governo è in grado di fare per schiacciare la dissidenza. Questo è il motivo per cui ho votato contro il Patriot Act, ho operato nel Congresso per far ritirare il Secret Evidence Act, e ho introdotto una legislazione per respingere il Military Commissions Act. Io provengo da una lunga pratica di attivismo per la giustizia e la libertà all’interno di questo paese. Io mi trovo in trincea per la difesa della pace all’estero e della giustizia in patria. Ma mi rendo conto che non avremo pace e giustizia senza verità. La verità è il fondamento della dignità che noi agogniamo. La dignità per tutti non è una minaccia per gli Stati Uniti. [15]
 
Risulta evidente che la risposta del governo degli Stati Uniti al “risveglio politico globale” all’interno della nazione mira a demonizzare, a discreditare e ad opprimere i gruppi e i movimenti politici attivisti.
 
Ma fino a che punto potrà esercitarsi tale oppressione?

Campi di detenzione per dissidenti? 
 

Un sensazionale e straordinariamente interessante sviluppo nell’ambito della “Sicurezza Interna” è la costituzione, deliberatamente tenuta in grande segretezza, di “centri di detenzione” all’interno degli Stati Uniti, destinati a ricevere milioni di persone in caso di “emergenza”.  
 
Nel 2002, il Procuratore Generale John Ashcroft annunciava il suo forte desiderio di campi per quei cittadini statunitensi che egli reputa essere “nemici combattenti”, e questo suo progetto “gli avrebbe consentito di ordinare la carcerazione a tempo indeterminato di cittadini statunitensi e sbrigativamente spogliarli dei loro diritti costituzionali e portarli davanti ai tribunali per dichiararli nemici combattenti.” [16]
 
Inoltre, nel 2002, veniva riportato che la FEMA, l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze (attualmente sotto la direzione del Ministero per la Sicurezza Interna), “stava portando avanti piani per creare città provvisorie idonee alla gestione di milioni di Usamericani, dopo attacchi di distruzione di massa su città statunitensi.”
 
Newsmax riferiva che “la FEMA stava esaminando offerte di appalto da tre importanti imprese specializzate in progettazione immobiliare per predisporre la realizzazione di città di emergenza, con l’uso di tendoni e roulotte – per quando un’area urbana venisse attaccata con armi NBC (nucleari, chimiche o batteriologiche).” [17]
 
Nel 2006, l’ex compagnia di Dick Cheney, la Halliburton, e la sua affiliata, la Kellogg-Brown & Root (KBR) acquisivano un importante contratto dal Ministero per la Sicurezza Interna, equivalente a 385 milioni di dollari, “per fornire appoggio alle strutture di controllo delle dogane e dell’immigrazione (ICE) del Ministero per la Sicurezza Interna in caso di emergenza.”
 
Un comunicato stampa sul sito web della KBR affermava:
 
“Il contratto, con effetto immediato, prevede la costituzione di strutture per la detenzione temporanea e per l’esecuzione di procedimenti giudiziari, in modo da aumentare le esistenti strutture del programma di detenzione ICE e per le operazioni di espulsione DRO, nel caso di flussi emergenziali di immigrati negli Stati Uniti, o per rendere possibile il rapido sviluppo di nuovi programmi.[18]
 
Il contratto può anche fornire ad altre organizzazioni strutture di appoggio per la detenzione di migranti, in caso di situazioni di emergenza immigratoria, e sviluppo di progetti per reagire a situazioni straordinarie nazionali, come disastri naturali. In caso di un disastro naturale, il contraente si impegna a fornire alloggi ai funzionari ICE, con compiti di tutori dell’ordine per provvedere alla sicurezza.” [19]
 
Dopo due settimane, il Ministro per la Sicurezza Interna Michael Chertoff annunciava che il bilancio federale per l’anno fiscale 2007 avrebbe destinato più di 400 milioni di dollari per la fornitura aggiuntiva di 6.700 letti di detenzione (un aumento del 32 % rispetto al 2006).
 
Come storico e autore, Peter Dale Scott commentava:
 
“Sia il contratto che le disposizioni di bilancio sono a parziale realizzazione di un ambizioso piano strategico decennale per la Sicurezza Interna, nome in codice ENDGAME, autorizzato nel 2003. Secondo il documento di 49 pagine della Sicurezza Interna relativo a questo piano, ENDGAME allarga la sua missione, prima articolata sugli Acts del 1798 relativi agli Stranieri e alle Sedizioni. Il suo obiettivo è la possibilità di espellere tutti gli stranieri allontanabili, compresi i migranti per ragioni economiche che risultino clandestini, gli stranieri che hanno commesso azioni delittuose, i richiedenti asilo politico (si ha l’obbligo per legge di non espulsione!), o potenziali terroristi.” [20]
 
Considerando che il governo etichetta gli attivisti contro la guerra, i libertari, i progressisti e altri gruppi di cittadini pacifisti come “estremisti”, “membri di formazioni paramilitari” e “terroristi”, questo li riguarda in modo particolare.  
 
Nel 2008, un ex membro del Congresso scriveva un articolo per il San Francisco Chronicle in cui avvertiva: “A partire dall’11 settembre , e palesemente senza darne notizia alla maggioranza degli Usamericani, il governo federale ha assunto l’autorità di istituire la legge marziale, arrestare una vasta area di dissidenti (cittadini e non-cittadini allo stesso modo) e trattenere in stato di detenzione persone senza mandato legale o costituzionale, nel caso di ‘un flusso straordinario di immigrati negli Stati Uniti, o in supporto di un rapido sviluppo di nuovi programmi’.”  
 
Egli sviluppava il concetto:  “A partire dal 1999, il governo ha avviato una serie di contratti ad appalto unico con la affiliata della Halliburton, la Kellogg, Brown and Root (KBR) per costruire campi di detenzione in località segrete all’interno degli Stati Uniti. Inoltre, il governo ha stipulato contratti con altre compagnie per costruire migliaia di vagoni ferroviari, alcuni, da quanto riferito, dotati di sistemi per incatenare le persone, con il pretesto di trasportare detenuti.” [21]
 
Allora, Peter Dale Scott così si esprimeva:  
 
“Il contratto evocava sinistri ricordi della controversa ‘esercitazione di prontezza’ di Oliver North Rex-84 del 1984. L’esercitazione prevedeva che la FEMA, l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze, riunisse e detenesse 400.000 ipotetici ‘rifugiati’, in un contesto di ‘movimenti incontrollati di popolazioni’ attraverso il confine con il Messico verso gli Stati Uniti. Le attività di North sollevarono preoccupazioni per le libertà civili sia presso il Congresso che al Ministero della Giustizia.”
 
Le preoccupazioni persistono.
 
Daniel Ellsberg, un ex analista militare, che nel 1971 aveva messo in diffusione documenti del Pentagono, un resoconto dell’esercito degli Stati Uniti sulle sue attività in Vietnam, afferma: “Quasi certamente tutto questo è la preparazione, dopo il prossimo 11 settembre, di retate di Mediorientali, Musulmani e possibili dissidenti. É stato già fatto questo su scala ridotta, con detenzioni ad ‘immatricolazione speciale’ di immigrati dai paesi musulmani, e con Guantanamo.”
 
Progetti per strutture o campi di detenzione hanno una lunga storia, basta ricordare le paure negli anni ’70 di rivolte nazionali di attivisti afro-americani.
 
Come riportava Alonzo Chardy nel Miami Herald del 5 luglio 1987, nel 1982 il direttore generale della FEMA Louis Giuffrida aveva già redatto un decreto legge a proposito. Il decreto invocava la “sospensione della Costituzione” e la “dichiarazione della legge marziale”. [22]
 
Più di recente, sono stati documentati diversi episodi di piccoli centri urbani in cui sono stati costruiti importanti “centri di detenzione”, per essere conservati vuoti e predisposti per casi di “emergenza”.  La costruzione di una simile struttura, “un centro di detenzione per immigrati illegali” sta per essere proposta per City of Italy. [23] Vi sono stati anche tentativi di costruire un centro di detenzione a Benson City “per rinchiudere immigrati clandestini.” [24]
 
Un’importante impresa carceraria statunitense, la Corplan Corrections, “si è trovata al centro di numerose controversie, compreso un grottesco progetto di costruzione di una prigione ad Hardin, nel Montana, che prevedeva l’impiego di un reparto paramilitare privato, la American Police Force, diretto da un ex-contra. La prigione è costata alla cittadina 27 milioni di dollari, ma non ha mai ospitato carcerati.”
 
Inoltre, la Corplan “ha avvicinato operatori di diverse città degli Stati Uniti – Benson, Arizona; Las Cruces, New Mexico; e Weslaco, Texas – con lo scopo di istituire un nuovo centro di detenzione per famiglie di immigrati.” [25]
 
Queste strutture, costruite con il pretesto di contenere “immigrati clandestini”, attualmente per larga parte vuote, possono potenzialmente essere usate per accogliere non solo immigrati, ma anche Musulmani e “possibili dissidenti”, in seguito ad eccezionali avvenimenti, come un collasso economico e attacchi terroristici all’interno degli Stati Uniti. Dopo tutto, durante la Seconda Guerra Mondiale, il Canada e gli Stati Uniti hanno rinchiuso in campi di internamento gli immigrati giapponesi e tedeschi.
 
Ancora, risulta evidente che la risposta delle strutture di potere al risveglio politico globale all’interno degli Stati Uniti è quella di opprimere e reprimere le persone, e, con questo, minare le basi della stessa democrazia.  

Le prospettive di rivoluzione

Durante la prima fase della crisi economica globale nel dicembre 2008, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) metteva in guardia i governi sulla possibilità di “violenti tumulti per le strade”. Il direttore generale del FMI avvertiva che “violente proteste potrebbero scoppiare in tanti paesi del mondo, se il sistema finanziario non venisse ristrutturato a portare benefici a tutti piuttosto che ad una piccola élite.” [26]
 
Naturalmente, il direttore del FMI tralasciava il fatto che lui faceva parte di questa piccola élite e che il FMI agisce per procurare vantaggi a questa stessa ristretta élite. Alla fine di dicembre del 2008, “un documento della Scuola di Guerra dell’Esercito degli Stati Uniti avvertiva che una crisi economica negli Stati Uniti poteva scatenare massicce proteste civili, e quindi si prospettava la necessità di impiegare l’esercito per restaurare l’ordine.”
 
Il documento sosteneva che “moti violenti da parte di civili, diffusi su tutto il territorio degli Stati Uniti, avrebbero costretto i responsabili della difesa a ridefinire le priorità…per difendere il fondamentale ordine interno e la sicurezza dei cittadini.” [27]
 
Per tutto il 2009, in risposta alla crisi economica vi sono stati innumerevoli fermenti sociali, proteste e anche rivolte in tutta Europa. Nel febbraio 2009, il capo dei servizi segreti di Obama, Dennis Blair, direttore dell’Intelligence Nazionale, riferiva alla Commissione per l’Intelligence del Senato che la crisi economica costituiva la più grave minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti:
 
“Desidero iniziare con la crisi economica globale, visto che questa si profila come la più seria da decenni, se non da secoli…Le crisi economiche aumentano il rischio di instabilità minacciando il sistema sociale, se si prolungano per un periodo di uno o due anni…E l’instabilità può allentare la fragile tenuta che molti paesi in via di sviluppo hanno rispetto alla legge e all’ordine, instabilità che può riversarsi sulla comunità internazionale con modalità pericolose. [28]
 
In altri termini, la crisi economica presenta due cruciali minacce sociali alla “sicurezza nazionale” (cioè, allo status imperiale) degli Stati Uniti. Di importanza chiave risulta il fatto che gli Stati Uniti e le altre nazioni dell’Occidente possono perdere il controllo dei loro possedimenti ed interessi coloniali nel mondo in via di sviluppo – Africa, America del Sud ed Asia – cosicché i popoli di questi paesi, coloro che più “si stanno rendendo politicamente consapevoli” nel mondo, possono provocare “instabilità minacciosa per i sistemi sociali”, quando le eventualità di rivolte, ribellioni e rivoluzioni mettono in piena luce il fallimento dei loro dirigenti nazionali e delle strutture dei loro governi.
 
Tutto ciò potrebbe costituire un’immensa minaccia agli interessi dell’Occidente in queste regioni, quindi bisognerà fare affidamento principalmente sui governi locali degli Stati-nazione per il controllo delle loro popolazioni e delle loro risorse.
 
Nel contempo, queste rivolte potrebbero espandersi anche al mondo sviluppato. Perciò, le élite dell’Occidente sono di fronte alla prospettiva di una possibile perdita del loro controllo sulle risorse del mondo e perfino sulle loro stesse popolazioni domestiche.
 
La naturale reazione, in una logica imperiale, è la militarizzazione sia della sfera esterna che di quella domestica. Allora, non fa meraviglia che nel 2008 il generale più alto in grado negli Stati Uniti, “ammiraglio    Michael Mullen, capo degli Stati Maggiori Congiunti, assegni alla crisi finanziaria la più alta priorità e il maggior rischio per la sicurezza, più degli attuali conflitti in Iraq e in Afghanistan.”
 
Egli dichiarava: “Questa è una crisi globale. E poiché questa impatta con le questioni della sicurezza, ed alimenta la più grande instabilità, io penso che influenzerà la nostra sicurezza nazionale in modo che ancora non ci siamo resi conto del tutto.” [29]
 
Il direttore dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ammoniva che “la crisi economica globale potrebbe scatenare sommovimenti politici uguali a quelli visti durante gli anni ’30.” E precisava: “Oggi, la crisi si sta diffondendo in modo più veloce che durante la Grande Depressione e allo stesso tempo coinvolge molti paesi.” [30]
 
Nel febbraio del 2009, il celebre storico dell’economia e professore ad Harvard, Niall Ferguson, prevedeva una “prolungata avversità finanziaria, perfino una guerra civile, prima che la Grande Depressione abbia termine.”
 
Ad una conferenza in Canada affermava: “La crisi globale è ben lungi dall’essere superata, è solo appena agli inizi e il Canada non fa eccezione.” Egli ribadiva che, “coloro che decidono le politiche da adottare, e quelli che elaborano previsioni su una ripresa per il prossimo anno, stanno probabilmente mentendo per far lievitare la fiducia dell’opinione pubblica, mentre la crisi alla fine provocherà lo scontro politico.”
Inoltre sottolineava:  
 
“Scorrerà del sangue, nel senso che una crisi di queste dimensioni enormi si accompagna ad un aumento dei conflitti politici ed economici. Questa crisi ha come conseguenza la destabilizzazione di molti paesi. Sarà la causa dello scoppio di guerre civili, attualmente allo stato latente. Farà crollare governi che sono moderati e porterà a governare gli estremisti. Queste situazioni sono abbastanza prevedibili.”[31]
 
Anche nel maggio 2009, il direttore della Banca Mondiale lanciava l’allarme che “la crisi economica globale poteva condurre a seri sconvolgimenti sociali”, ed “esisteva il rischio di una preoccupante crisi umana e sociale con implicazioni politiche veramente pesanti.” [32]
 
Lo stesso Zbigniew Brzezinski, nel febbraio 2009, avvertiva che “sta per lievitare il conflitto tra le classi e se la gente è disoccupata e duramente colpita, bene, si potrebbero scatenare anche rivolte!” [33]
 
Nel marzo 2010, Moody’s, un’importante agenzia di valutazione delle posizioni creditizie, denunciava che “il fermento sociale” sta montando in Occidente, visto che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e la Spagna “sono tutti paesi a rischio di vedere elevarsi alle stelle i costi del debito e dovranno mettere in atto piani di austerità tali da minacciare la ‘coesione sociale’.” [34]
 
Nel 2007, un documento diffuso dal Ministero della Difesa Britannico valutava le tendenze globali nel mondo per i prossimi 30 anni.
Nel considerare la “Ineguaglianza Globale”, il rapporto stabiliva che per il prossimo trentennio:
 
“Il differenziale fra ricchi e poveri probabilmente si allargherà e la povertà assoluta rimarrà una sfida globale…Le disparità nella ricchezza e nei profitti diverranno quindi più evidenti, con la conseguenza di malcontenti e risentimenti, addirittura fra quelle tante persone sempre in numero crescente che sono verosimilmente meno benestanti rispetto ai loro genitori e nonni. La povertà assoluta e lo svantaggio comparato alimenteranno la percezione delle ingiustizie fra coloro le cui aspettative non sono state soddisfatte, con l’aumento delle tensioni e dell’instabilità all’interno e fra i gruppi sociali, con il risultato di manifestazioni di violenza, come possono essere i disordini, le forme di criminalità, il terrorismo e le rivolte. Questo può condurre al risorgere non solo di ideologie anti-capitaliste, possibilmente legate a movimenti di natura religiosa, anarchica o nichilista, ma anche del populismo e alla rinascita del marxismo.” [35]
 
Per di più, il documento lanciava l’allarme ai poteri costituiti sui pericoli di una rivoluzione che sta emergendo a causa del malcontento da parte delle classi medie dell’Occidente: 
 
“Le classi medie potrebbero trasformarsi in una classe rivoluzionaria, assumendo il ruolo previsto per il proletariato da Marx. La globalizzazione del mercato del lavoro e la riduzione dei livelli dei provvedimenti a favore dello stato sociale nazionale e della disoccupazione potrebbero ridurre la fiducia dei popoli nei confronti dei loro specifici Stati. Il crescente divario fra le classi medie e un ridotto numero di individui super-ricchi ad alta visibilità potrebbe alimentare le disillusioni nei confronti della meritocrazia, mentre il sottoproletariato urbano in costante aumento costituirebbe parimenti una minaccia incombente all’ordine sociale e alla stabilità, quando il fardello del debito acquisito e il fallimento dei fondi di previdenza cominceranno a fare sentire i loro morsi. Messe di fronte a queste due sfide, le classi medie mondiali potrebbero unirsi, utilizzando l’accesso alla conoscenza, alle risorse e alle capacità professionali,  per dare concretezza a processi transnazionali nel loro stesso interesse di classe.”[36]

Dal vecchio al nuovo mondo

Allora, eccoci qui, nell’anno 2010, alla fine del primo decennio del XXI secolo; e, a seguire, quello che è avvenuto finora in questo secolo: l’11 settembre, una recessione, la guerra in Afghanistan, la “guerra al terrorismo”, la guerra contro l’Iraq, gli attacchi terroristici a Bali, Madrid, Londra e in tutto il Medio Oriente; la guerra in Somalia, la guerra civile in Congo (uno dei più sanguinosi conflitti dalla Seconda Guerra mondiale, con più di 6 milioni di civili innocenti uccisi dal 1996); la guerra fra Russia e Georgia, l’allargamento del conflitto afghano al Pakistan, l’elezione di Barack Obama, la crisi economica globale, ed eccoci qui!
 
Tutta la storia dell’umanità è la storia di lotte dell’umanità libera – individuali e collettive – contro i costrutti del potere, che cerca di dominare e controllare l’umanità. Fin dalle origini dell’umanità, le civiltà sono sorte e sono cadute, attraverso dominazioni e decimazioni. Dall’Antico Egitto fino alla Grecia e Roma, le dinastie Cinesi, i Maya e gli Aztechi, tutti hanno cercato il dominio sulla terra e sugli uomini. L’Impero Persiano e l’Impero Ottomano si sono espansi e hanno controllato vaste popolazioni e genti diverse; e con l’emergere del Capitalismo sono emerse anche le potenze europee.
 
Negli ultimi 500 anni, l’Europa e gli Stati Uniti d’America hanno dominato il mondo; effettivamente, solo negli ultimi 65 anni gli Stati Uniti sono stati i dominatori del globo.
 
La Pace di Vestfalia veniva firmata nel 1648, alla fine della Guerra dei Trent’Anni nel Sacro Romano Impero e della Guerra degli Ottant’Anni tra Spagna e la Repubblica dei Sette Paesi Bassi Uniti. Questa Pace definitivamente segnò la fine del Sacro Romano Impero, e contrassegnò l’emergere del concetto del moderno Stato-nazione. Gli studi universitari di Relazioni Internazionali ebbero inizio con la Pace di Vestfalia, e da quel momento ebbe origine il sistema internazionale che noi oggi conosciamo.
 
I grandi Imperi europei, quello portoghese, lo spagnolo, l’olandese, e più tardi gli Imperi francese, britannico e germanico, davano luogo alla prima economia politica globale con il commercio atlantico degli schiavi, commerciando armi e beni in cambio di schiavi catturati, alimentando le guerre civili interne fra i grandi Imperi dell’Africa per avere continuo rifornimento di schiavi da inviare nelle Americhe, per utilizzarli come forza lavoro. Questa forza lavoro avrebbe prodotto beni da trasferire in Europa, commercializzati fra gli Imperi mondiali, e alla fine per finanziare il continuo flusso di armi verso l’Africa. Insomma, si trattava di un traffico triangolare fra Europa, Africa ed Americhe.
 
A quell’epoca, veniva delineato il concetto di “razza” attraverso una serie di decisioni legali assunte nelle colonie. Nel secolo diciassettesimo, le colonie nelle Americhe vedevano la presenza di lavoratori a contratto e di schiavi bianchi, indigeni e neri, a fianco di bianchi e neri “non-liberi”, con i neri in minoranza, che però godevano ancora dei diritti di legge fondamentali.  
 
Per le élite, attente al controllo della classe lavoratrice, sorse un problema: i nativi non-liberi appartenenti alla forza lavoro conoscevano il territorio e potevano scappare facilmente (comunque, costoro più tardi sarebbero stati eliminati mediante genocidio); e nel secolo diciassettesimo, la classe lavoratrice divenne insofferente, quindi i lavoratori bianchi e neri che lavoravano insieme si ribellarono contro le élite locali. Le classi più basse della società si unirono – senza tener conto delle loro differenze varie e diffuse – e si unirono contro le élite.
 
Perciò, venne messa in esecuzione la dottrina del “dividi e conquista” contro i fondamenti psico-sociali del popolo. [37]
 
L’élite “ridusse la servitù” dei lavoratori bianchi e “rinforzò le catene della schiavitù nera”, e di conseguenza “introdusse un nuovo regime di oppressione razziale. Nel far questo, impose senza limitazioni la razza bianca – e con ciò la supremazia bianca.”
 
Quindi, “dopo il 1660, le condizioni della servitù bianca e nera cominciarono a divergere in modo considerevole.” In seguito a questo, la legislazione avrebbe distinto fra schiavitù bianca e nera, venivano proibiti i matrimoni “misti”, e si cercò di impedire la procreazione di bambini di “razza mista”. Mentre, prima del 1660, molti schiavi neri non erano vincolati da un contratto per la vita, ora tutto questo cambiò, quando le  leggi coloniali sempre più “imposero vincoli per tutta la vita ai servi neri – e, cosa più significativa, la maledizione della schiavitù per tutta la vita ai loro figli.” [38]
 
Un aspetto centrale della costruzione sociale di questa separazione razziale consisteva nel “negare il diritto di voto,” visto che in molte colonie anglo-americane in precedenza era concesso il voto ai neri liberi, ma questa opportunità venne negata a poco a poco in tutte le colonie.
 
La classe dirigente americana è stata la principale “promotrice del concetto di razza.” Allora, “la libertà sempre più venne associata alla razza, non alla classe.” [39]
 
Nel 1648, fece la comparsa lo Stato-nazione; nel 1660, venne istituito il razzismo in termini di legge; e nel 1694, venne fondata la Banca di Inghilterra e vide la luce il sistema centrale bancario. Tutte queste erano essenzialmente “costruzioni sociali” – nazione, razza, moneta – nelle quali erano presenti concetti semplicemente accettati come realtà. Una nazione non è un’entità fisica, la razza non ha in verità fondamenti per la discriminazione o per la gerarchia, e la moneta non possiede una valore oggettivo e sostanziale. Queste costruzioni sono ritenute per vere in quanto tutti le accettano come vere!  
 
A partire da questo periodo di immensa transizione, le nazioni imperialiste europee dominarono il mondo; il razzismo motivava il loro dominio, e le banche centrali dominarono gli imperi nel proprio paese e all’estero. Il secolo diciannovesimo ha visto il sorgere della Rivoluzione Industriale, che ha innescato il declino della schiavitù e l’emergere del lavoro pagato e del salario ad ore.
 
Infine, è comparsa la nozione di “scienza della razza” con il movimento dell’eugenetica, che ha avuto origine in Europa, e che più tardi si è trasferito negli Stati Uniti alla fine del secolo. L’eugenetica ha contribuito a giustificare la “Corsa all’Africa”, con inizio negli anni’80 del diciannovesimo secolo, che ha comportato la colonizzazione esplicita dell’intero continente africano da parte degli imperi europei, che hanno fatto a pezzi l’Africa, sezionandola in nazioni, spartendosele poi fra di loro, motivando tutto questo sulla base di una razzista “missione civilizzatrice”.   
 
L’epoca degli imperialismi europei declinò con la Prima Guerra mondiale, un conflitto fra imperialismi ed economie. La Guerra portò al collasso molti imperi dell’Europa, così come gli Imperi ottomano e russo, e si vide il sorgere dell’Unione Sovietica e di Stati-nazione nel Medio Oriente.
 
Il fascismo mise le sue radici negli anni ’20 e ’30 del ventesimo secolo e si sviluppò fino al suo disgregarsi nella Seconda Guerra mondiale, che tuttavia produsse anche il tramonto definitivo degli Imperi britannico e francese e l’emergere dell’imperialismo usamericano. Gli Stati Uniti divennero la locomotiva dell’imperialismo per la comunità atlantica, per l’Europa e per il Nord America.
 
Vennero create e si svilupparono organizzazioni internazionali che hanno permesso ad élite transnazionali di spartirsi il potere fra gruppi elitari sempre più globali, e sempre più ristretti. Il Mondo, nei successivi cinquant’anni, si è trasformato in un globale campo di battaglia tra Comunismo e Democrazia, tra l’Unione Sovietica e l’Occidente. Il mito della storia nasconde la faccia di una globale dominazione: una lotta fra due blocchi per il dominio globale delle risorse e dei popoli del mondo.  
 
Con la fine della Guerra Fredda, ecco spuntare all’orizzonte il Nuovo Ordine mondiale, in un mondo in cui vi è stata solo una potenza globale: gli Stati Uniti. Il Nuovo Ordine si era imposto seccamente prima della caduta del Muro di Berlino, ma ha lasciato le sue tracce solo dopo il collasso dell’Unione Sovietica: l’unico mondo che io conosco è quello in cui sono gli Stati Uniti l’unica potenza globale.
 
Io conosco solo l’era della “globalizzazione” e le promesse che questa epoca ha fatto alla mia generazione. Penso agli effetti che questo periodo di grande transizione avrà sulla gioventù. La storia dell’umanità si configura per i suoi costanti cambiamenti, a volte lenti e di ridotta entità, altre volte rapidi ed estesi. Oggi, noi viviamo in un periodo in cui stiamo assistendo ad una convergenza di realtà globali mai prima verificatesi. La popolazione del mondo non è mai stata di dimensioni così imponenti, 6,8 miliardi di individui, e fra i popoli del mondo, per la prima volta nella storia umana, viene riscontrato un effettivo “risveglio politico globale”.
 
Questo non significa che ognuno possieda un punto di vista corretto, ma significa che i popoli del mondo stanno riflettendo ed agendo intorno alle questioni politiche globali, anche se incidentalmente o con scarsa consapevolezza.
 
Questo si verifica specialmente nelle aree in cui il mondo atlantico ha dominato tanto a lungo, e dove i popoli sono stati soggetti alla povertà, al razzismo e alla guerra come nessun altro popolo sulla terra. Il loro “risveglio” è stato indotto da tutto questo, e l’Occidente sta attualmente subendo il loro “risveglio”.   
 
Nella nostra attuale condizione, noi stiamo vivendo un periodo storico di globale transizione, che di simili  prima non se ne sono visti mai. La costruzione lenta e di ridotta entità di un “risveglio politico globale”, sopravvenuto nel mondo del secolo passato, ha raggiunto un’espansione rapida, tumultuosa, all’inizio del ventunesimo secolo. Il potere globale non è mai stato così centralizzato, con istituzioni internazionali e sistemi di “governance” globale che detengono l’autorità e la esercitano su diversi domini dell’umanità. Noi partecipiamo a guerre globali che cercano di dominare i popoli e di controllare le risorse, in Occidente la democrazia sta corrodendosi, e la disparità nel possesso dei beni non è stata mai tanto grande in tutta la storia dell’uomo.  

Per la prima volta negli ultimi cinquecento anni, l’Oriente si è innalzato, con la Cina e l’India nuove potenze globali, sorgendo all’interno del sistema, non contro di esso; marcando per la prima volta che gli Stati-nazione si sono sollevati non contro il potere globale, ma con il potere globale.  
 
La Cina e l’India sono state introdotte in un nuovo sistema politico ed economico globale, che sta rafforzandosi: un sistema totalitario globale di colonie continentali, verso uno Stato globale.  
Nel 1998, l’allora Segretario Generale della NATO, Javier Solana, in un discorso affermava:
 
“É mia generale convinzione che l’umanità e la democrazia – due principi essenzialmente estranei all’ordine primitivo prima della Pace di Vestfalia – possono servire come indicatori stradali nel configurare un nuovo ordine internazionale, più consono alla realtà e a sostenere le sfide alla sicurezza dell’Europa attuale.” [40]
Inoltre, spiegava: “Il sistema vestfaliano ha i suoi limiti. In uno, il principio di sovranità ha di fatto prodotto le basi della rivalità e ha fatto affidamento sulle rivalità, non sulla comunione fra Stati; esclusione, non integrazione.”
 
Quindi, per esercitare veramente il potere globale, il sistema internazionale degli Stati-nazione deve essere “re-immaginato” e modificato: in primis, nelle strutture di governance continentali, per arrivare alla fine alle strutture globali.   
 
E Solana aggiungeva: “Nelle Nazioni Unite, l’ideale di una istituzione globale che abbracciasse  tutte le nazioni è divenuto una realtà, e l’ideale dell’integrazione Europea è stato messo in movimento.”  Così egli sviluppava:
 
“Infatti, una parte integrante dell’evoluzione dell’Alleanza Atlantica corrisponde al concetto di riconciliazione: l’integrazione dei nostri eserciti, il progetto comune di difesa collettiva, e la volontà di operare verso un comune obiettivo per difendere i valori  condivisi dell’Alleanza.  
Sfortunatamente, dalle stesse ceneri della Seconda Guerra mondiale è emerso il confronto Est-Ovest, che ha lasciato l’Europa profondamente divisa per più di quattro decadi. Comunque, alla fine del nostro secolo, abbiamo l’opportunità di superare queste divisioni e di mettere in libertà tutte le energie creative che questo continente può raccogliere per costruire un nuovo ordine di sicurezza che ci accompagnerà nel ventunesimo secolo.”  [41]
 
Da parte delle potenze globali, in particolare da parte degli Stati Uniti, sono messi in atto tentativi difficili di bilanciamento per gestire l’integrazione della Cina nel “Nuovo Ordine mondiale”, mentre allo stesso tempo queste potenze e la Cina competono per il controllo delle risorse globali, specialmente locate in quelle regioni del mondo che stanno sperimentando il più rapido ed allargato “risveglio”. 
 
La mentalità imperialista, come quella di Brzezinski, cerca di razionalizzare il potere globale, che viene messo sullo stesso piano della “stabilità globale”, e che, all’esterno dell’Impero, significa solo “caos”.
 
Quindi la logica imperialista impone che gli Stati Uniti devono tentare di dominare quanto più velocemente possibile il mondo, e quindi controllare le risorse globali, cosa che permetterà di determinare i limiti della Cina e l’inclusione delle altre potenze nel Nuovo Ordine mondiale.
 
Tutto ciò contiene al suo interno il potenziale dello scatenarsi di un conflitto globale, la Terza Guerra mondiale: si aprono scenari di conflitto fra le potenze della NATO e l’Alleanza Cina-Russia, l’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (SCO), che tenta una spartizione del potere, non di venire dominata.  
 
I popoli del mondo, all’interno del campo imperialista e al suo esterno, mai hanno lanciato una sfida di tale intensità per opporsi al controllo: la guerra mondiale è inevitabile nella mentalità imperialista.
 
Infatti, questo trova conferma in un discorso dello stesso Brzezinski , pronunciato alla Chatham House di Londra nel 2009:
 
“Le maggiori potenze mondiali, nuove e vecchie, devono affrontare una nuova realtà: mentre la letalità dei loro eserciti è più grande che mai, la loro capacità di imporre il controllo sulle masse del mondo che si sono destate politicamente è al punto più basso nella storia. Bisogna essere franchi: una volta era più facile controllare un milione di persone, che eliminarne fisicamente un milione; oggi, è infinitamente più facile eliminare un milione di persone che controllarne un milione. [42]
 
Secondo l’opinione largamente diffusa sulla crisi economica globale, il problema resta l’“avidità”. L’ingordigia non è il problema, piuttosto è il sintomo del morbo che si chiama “povertà”; che, come un cancro, si diffonde ed uccide il suo ospite.
 
L’umanità sta entrando in quello che probabilmente sarà il periodo più turbolento nella storia dell’uomo. Il futuro non è ancora scritto; quello che è sicuro è che tutto cambierà.
 
Ciò che sta arrivando è la più grande battaglia fra gli uomini nella storia di questo nostro piccolo pianeta: la lotta dei popoli del mondo, in ogni angolo del mondo, appartenenti a religioni, “razze”, etnicità, ideologie, idiomi, sesso, e generi diversi, contro una élite di potere globale, che controlla i più avanzati, tecnologici e letali strumenti di oppressione mai concepiti.

La potenza delle idee

Il nostro risveglio rappresenta la più grave minaccia a queste élite globali e costituisce la nostra sola speranza di protezione di concetti come libertà, dignità, comunità, eguaglianza e individualità.
Sono questi concetti che hanno creato e guidato gli sviluppi e le idee più grandi nella storia dell’uomo.  
 
Il meglio dell’umanità è insito in questi concetti e il peggio sta all’interno del concetto di “potere”. La vergogna dell’umanità risiede dentro i sistemi di potere; allora, per la sopravvivenza dell’umanità, noi dobbiamo re-immaginare e rimodellare il nostro sistema globale e il potere globale.  
 
Noi non possiamo delineare una società per gli uomini senza prendere in considerazione la natura umana. Se costruiamo una società a misura d’uomo, si accoderanno anche altri.
 
Se noi continuiamo a creare posizioni di grande potere, e a globalizzare ininterrottamente il potere, per certo questo attirerà verso queste posizioni di potere i peggiori tipi di individui: quelli che desiderano il potere e desiderano abusare del potere. Con tutta probabilità, queste persone sono attratte verso queste posizioni di potere, perché decise a fare tutto per il potere, e questo vuol dire che quando lo deterranno, faranno di tutto per conservarlo ed espanderlo.
 
E allora cresce il potere, e il cancro si espande!
 
Immaginiamo se l’ascesa al potere di Hitler fosse avvenuta non all’epoca degli Stati-nazione, ma durante l’era dello “Stato globale”! Tutto quello di cui si ha bisogno è di un tiranno?, e che valore può avere l’umanità se non resiste all’idea che siano necessari tiranni, comunque sempre pronti ad assumere il potere?
 
Che cos’é una nazione? É un esercito, una bandiera, un inno, o una costruzione di un governo?
 
Una nazione è un’idea – ed è una costruzione di una serie di idee. Non esistono confini “sostanziali”, sono linee immaginarie, e tutti nel mondo pretendono che esistano, e gli Stati-nazione (che sono costituiti effettivamente da individui sotto controllo di queste idee) governano di conseguenza.
 
Attualmente, viviamo in un periodo in cui le élite stanno tentando di re-immaginare la comunità internazionale, di cancellare l’“idea” di confine, e in conclusione di riprogrammare l’umanità a seguire il loro esempio.
 
I pianificatori sociali cercano di controllare non semplicemente la nostra terra, le nostre risorse e i nostri corpi, ma, cosa più importante, le nostre menti. Il governo mondiale ci verrà propinato secondo “idee” di pace, che tutta l’umanità desidera; ma per preservare i potenti, sono la guerra e i conflitti i mezzi mediante i quali il potere si accumula e la società viene trasformata.  
 
La vera pace non sarà mai possibile con un’unica struttura di potere globale; una volta che il potere venga globalmente centralizzato, cosa di più possono i potenti cercare di acquisire?
 
Quindi, i potenti lottano gli uni contro gli altri per il controllo dell’autorità centralizzata, la paranoia controlla le loro menti e li rende diffidenti e l’odio dirige le loro azioni.
 
Ne deriva che è proprio il potere a diventare il loro peggior nemico, che corrode coloro che lo detengono e distrugge i corpi all’interno dei quali vive.
 
La vera pace può solo provenire dalla conoscenza umana. L’umanità libera deve essere comprensiva e solidale, gli uni verso gli altri, se noi vogliamo vivere gli uni con gli altri. Noi non possiamo ottenere una visione più ampia sugli altri attraverso le lenti del potere: attraverso le strutture dei media, di governo, economiche e sociali.  Queste strutture sono designate con l’intento di indurre in errore e di fornire idee sbagliate al popolo, queste strutture sono illegittime e devono essere considerate come tali.  
 
Noi dobbiamo considerarci e comprenderci su un piano umano: secondo idee di libertà, di uguaglianza, di individualità. Per acquisire questa consapevolezza, bisogna realizzare che la libertà deve essere per tutti, o non può essere, che la libertà non deve essere selettiva, bisogna capire l’importanza della comunità.
 
Con questo, la pace risulta inevitabile. Attraverso il potere, la pace diviene impossibile.
 
Proprio quando le élite tentano di re-immaginare e di ricreare il nostro mondo, noi tutti assieme possiamo fare lo stesso. Questo può avere inizio mediante la presa di coscienza umana, per cui noi uomini entriamo in un nuovo Rinascimento o Illuminismo, non occidentale, ma globale; in cui gli uomini interagiscono e comunicano gli uni con gli altri su basi personali, non attraverso strutture elitarie. Questo deve diventare l’obiettivo del risveglio politico globale: l’acquisizione della pace attraverso gli strumenti della pace. Se ognuno nel mondo decidesse di non più riconoscere individui e posizioni di potere, questo potere sarebbe destinato a svanire. Se non esistessero più eserciti, in quanto i militari decidessero di non più riconoscere i governi, non potrebbe più essere esercitata violenza sul popolo nelle strade.   
 
“Io penso, quindi sono.” Se io penso di essere libero, allora mi libererò. Ma, mentre un individuo può fare questo, non può agire se anche tutti gli altri non lo fanno. Questo richiede che tutti gli uomini, in ogni parte, agiscano insieme, parlino insieme, acquisiscano conoscenza tutti insieme, pensino insieme e operino insieme. O decidiamo di fare questo subito, adesso, o potenzialmente saremo sottomessi per decenni, se non più a lungo. Se noi non conseguiamo la pace globale e la libertà per tutti i popoli, se noi non ci comprenderemo gli uni con gli altri, il potere vincerà, almeno per il momento.
 
Quello che è importante sottolineare è che il sorgere di una società tecnetronica riduce la necessità dell’esistenza delle persone, in quanto la tecnologia può tenere sotto osservazione, ascoltare, controllare ed uccidere la gente premendo un bottone. Per questo, noi corriamo il pericolo di diventare una società docile, tranquillizzata, persa nelle droghe, che siano di natura ricreativa o, cosa più rilevante, di natura farmacologica. Dobbiamo impedirci di entrare in uno “splendido nuovo mondo”, ed invece con coraggio dobbiamo costruire un mondo tutto diverso.
 
A partire dalla militarizzazione interna delle nostre società, sembra come se noi ci stessimo muovendo verso un mondo che ricorda del tutto quello di “1984” di George Orwell, in cui il mondo è diviso in pochi blocchi regionali importanti, che si fanno la guerra gli uni contro gli altri e terrorizzano le loro popolazioni attraverso azioni di terrore fisico e di totale sorveglianza (“Grande Fratello”). Questa è solo una fase ed una evoluzione verso lo stadio ultimo – la grande idea – o come viene definita da Aldous Huxley “La Rivoluzione Finale”: la dittatura globale della scienza. Questo sarà l’argomento focale della terza e ultima parte di questa serie di saggi. 


Fonte : Revolution and Repression in America

Traduzione di  Curzio Bettio Tlaxcala

Andrew Gavin Marshall è ricercatore associato al Centro per le Ricerche sulla Globalizzazione, (CRG), ed è studioso di  storia ed economia politica in Canada. Con Michel Chossudovsky è coautore del recente libro, « The Global Economic Crisis: The Great Depression of the XXI Century, » disponibile per ordinazione a Globalresearch.ca.

Note

[1] Lev Grossman, Why the 9/11 Conspiracy Theories Won’t Go Away. Time Magazine: 3 settembre 2006: http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1531304,00.html

[2] Andrew Gavin Marshall, State-Sponsored Terror: British and American Black Ops in Iraq. Global Research: 25 giugno 2008: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=9447; Andrew Gavin Marshall, Breaking Iraq and Blaming Iran. Global Research: 3 luglio 2008: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=9450 ; Andrew Gavin Marshall, Operation Gladio: CIA Network of « Stay Behind » Secret Armies. Global Research: 17 luglio 2008: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=9556 ; vedi anche: Daniele Ganser, NATO’s secret armies: operation Gladio and terrorism in Western Europe, (Frank Cass: 2005).

[3] Chris Steller, Minneapolis Federal Reserve draws third protest in six months.The Minnesota Independent: 25 aprile 2009: http://minnesotaindependent.com/33400/end-the-fed-minneapolis

[4] Andrew Gavin Marshall, The Transnational Homeland Security State and the Decline of Democracy. Global Research: 15 aprile 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18676

[5] Peter Dale Scott, Supplanting the United States Constitution: War, National Emergency and « Continuity of Government ». Global Research: 19 maggio 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=19238 ; Peter Dale Scott, Martial Law, the Financial Bailout, and War. Global Research: 8 gennaio 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=11681

[6] Marvin R. Shanken, General Tommy Franks: An exclusive interview with America’s top general in the war on terrorism. Cigar Aficionado Magazine: 1 dicembre 2003: http://www.cigaraficionado.com/Cigar/CA_Profiles/People_Profile/0,2540,201,00.html

[7] Amy Goodman, Broadcast Exclusive: Declassified Docs Reveal Military Operative Spied on WA Peace Groups, Activist Friends Stunned. Democracy Now! 28 luglio 2009: http://www.democracynow.org/2009/7/28/broadcast_exclusive_declassified_docs_reveal_military

[8] Joshua Rhett Miller, ‘Fusion Centers’ Expand Criteria to Identify Militia Members. Fox News: 23 marzo 2009: http://www.foxnews.com/politics/2009/03/23/fusion-centers-expand-criteria-identify-militia-members/

[9] Joshua Rhett Miller, ‘Fusion Centers’ Expand Criteria to Identify Militia Members. Fox News: 23 marzo 2009: http://www.foxnews.com/politics/2009/03/23/fusion-centers-expand-criteria-identify-militia-members/

[10] Andrew Gavin Marshall, Tyrants and Traitors: The “Evolution by Stealth” of a North American Union. Global Research: 7 agosto 2007: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=6475

[11] Joshua Rhett Miller, ‘Fusion Centers’ Expand Criteria to Identify Militia Members. Fox News: 23 marzo 2009: http://www.foxnews.com/politics/2009/03/23/fusion-centers-expand-criteria-identify-militia-members/

[12] Stephen C. Webster, Missouri retracts police memo which labeled activists as ‘militia’. The Raw Story: 26 marzo 2009: http://rawstory.com/news/2008/Missouri_retracts_police_memo_which_labeled_0326.html

[13] Stephen C. Webster, Fusion center declares nation’s oldest universities possible terror threat. The Raw Story: April 6, 2009: http://www.rawstory.com/news/2008/Virginia_terror_assessment_targets_enormous_crosssection_0406.html

[14] Press Release, ACLU Calls For Internal DHS Investigations On Fusion Centers. ACLU: 1 aprile 2009: http://www.aclu.org/technology-and-liberty/aclu-calls-internal-dhs-investigations-fusion-centers

[15] Press Release, ACLU Calls For Internal DHS Investigations On Fusion Centers. ACLU: 1 aprile 2009: http://www.aclu.org/technology-and-liberty/aclu-calls-internal-dhs-investigations-fusion-centers

[16] Jonathan Turley, Camps for Citizens: Ashcroft’s Hellish Vision. Los Angeles Times: 14 agosto 2002: http://www.commondreams.org/views02/0814-05.htm

[17] Christopher Ruddy, FEMA’s Plan for Mass Destruction Attacks: Of Course It’s True. Newsmax: 6 agosto 2002: http://archive.newsmax.com/archives/articles/2002/8/6/183147.shtml

[18] Press Release, KBR Awarded U.S. Department of Homeland Security Contingency Support Project for Emergency Support Services. KBR: 24 gennaio 2006: http://www.kbr.com/Newsroom/Press-Releases/2006/01/24/KBR-Awarded-US-Department-of-Homeland-Security-Contingency-Support-Project-for-Emergency-Support-Services/

[19] Ibid.

[20] Peter Dale Scott, 10-Year U.S. Strategic Plan For Detention Camps Revives Proposals From Oliver North. New American Media: 26 febbraio 2006: http://news.ncmonline.com/news/view_article.html?article_id=9c2d6a5e75201d7e3936ddc65cdd56a9

[21] Lewis Seiler and Dan Hamburg, Rule by fear or rule by law? The San Francisco Chronicle: 4 febbraio 2008: http://articles.sfgate.com/2008-02-04/opinion/17140386_1_martial-law-kbr-national-defense-authorization-act

[22] Peter Dale Scott, Homeland Security Contracts for Vast New Detention Camps. Global Research: 6 febbraio 2006: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=1897

[23] Cindy Sutherland, Italy City Council hears proposal for commercial development. Italy Neotribune: 18 maggio 2010: http://www.italyneotribune.com/stories/italy-city-council-hears-proposal-for-commercial-development

[24] Thelma Grimes, Council ‘nay’ on detention center; City wants project funding assurance. Benson News: 11 maggio 2010: http://www.bensonnewssun.com/articles/2010/05/12/news/news03.txt

[25] Forrest Wilder, For the Lucios, Private Prison Consulting is a Family Affair. Texas Observer: 23 aprile 2010: http://www.texasobserver.org/forrestforthetrees/for-the-lucios-private-prison-consulting-is-a-family-affair

[26] Angela Balakrishnan, IMF chief issues stark warning on economic crisis. The Guardian: 18 dicembre 2008: http://www.guardian.co.uk/business/2008/dec/16/imf-financial-crisis

[27] Military.com, Study: DoD May Act On US Civil Unrest. McClatchy-Tribune Information Services: 29 dicembre 2008: http://www.military.com/news/article/study-dod-may-act-on-us-civil-unrest.html

[28] Stephen C. Webster, US intel chief: Economic crisis a greater threat than terrorism. Raw Story: 13 febbraio 2009: http://rawstory.com/news/2008/US_intel_chief_Economic_crisis_greater_0213.html

[29] Tom Philpott, MILITARY UPDATE: Official: Financial crisis a bigger security risk than wars. Colorado Springs Gazette: 1 febbraio 2009: http://www.gazette.com/articles/mullen-47273-military-time.html

[30] AFP, WTO chief warns of looming political unrest. AFP: 7 febbraio 2009: http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5gpC1Q4gXJfp6EwMl1rMGrmA_a7ZA

[31] Heather Scoffield, ‘There will be blood’. The Globe and Mail: 23 febbraio 2009: http://www.theglobeandmail.com/report-on-business/article973785.ece

[32] BBC, World Bank warns of social unrest. BBC News: 24 maggio 2009: http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/8066037.stm

[33] Press TV, Economic Crisis: Brzezinski warns of riots in US. Global Research: 21 febbraio 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=12392

[34] Ambrose Evans-Pritchard, Moody’s fears social unrest as AAA states implement austerity plans. The Telegraph: 15 marzo 2010: http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/7450468/Moodys-fears-social-unrest-as-AAA-states-implement-austerity-plans.html

[35] DCDC, The DCDC Global Strategic Trends Programme, 2007-2036, 3rd ed. The Ministry of Defence, gennaio 2007: pagina 3

[36] Ibid, pagina 81.

[37] Andrew Gavin Marshall, War, Racism and the Empire of Poverty. Global Research: 22 marzo 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18263

[38] Ibid.

[39] Ibid.

[40] Dr. Javier Solana, « Securing Peace in Europe », discorso alla NATO: 12 novembre 1998: http://www.nato.int/docu/speech/1998/s981112a.htm

[41] Ibid.

[42] Zbigniew Brzezinski, “Major Foreign Policy Challenges for the Next US President,” International Affairs, 85: 1, (2009), pagina 54 (accentuazione aggiunta)



Articles Par : Andrew Gavin Marshall

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